A sostegno della vita
Il messaggio di vita e di pace che dal Papa «arriva ai popoli più poveri e remoti, quelli più colpiti dai cambiamenti climatici e dalle guerre dimenticate» è stato al centro del saluto rivolto dal re Filippo del Belgio a Francesco.
«Noi sosteniamo i suoi sforzi perché solo la pace può portare crescita, istruzione, assistenza sanitaria e giustizia sociale» ha detto il re, dopo aver sottolineato la vocazione dal Pontefice a lottare «contro ogni forma di ingiustizia», a portare «speranza e luce fino ai margini della grande famiglia umana» e averlo ringraziato per aver «denunciato con intransigenza l’indicibile tragedia degli abusi sessuali nella Chiesa». In questa direzione il monarca ha evidenziato anche gli «sforzi della Chiesa del Belgio per lavorare in questa direzione».
«Lei si adopera instancabilmente per la nostra “casa comune”, per lo sviluppo integrale di ognuno di noi, per il dialogo tra concezioni filosofiche, spirituali e religiose» ha proseguito il re, avvertendo come il «messaggio universale di pace, riconciliazione e giustizia» sostenuto quotidianamente dal successore di Pietro «ci ricorda che la vocazione di ogni persona è quella di essere amata e di amare».
«Questa visione umanistica e spirituale — ha poi proseguito Filippo — è sempre stata la visione dell’Università di Lovanio», i cui docenti e studenti il vescovo di Roma incontrerà in due occasioni nei pomeriggi di oggi e domani, 27 e 28 settembre, per il vi centenario dell’ateneo.
Il re ha poi elogiato i presenti in rappresentanza della società civile belga, che «contribuisce intensamente alla lotta contro l’ingiustizia e l’esclusione», augurando al Papa «di scoprire la generosità dei belgi durante il suo soggiorno».