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Il 46° viaggio apostolico di Papa Francesco - Lussemburgo

Terra di ponti

 Terra  di ponti  QUO-218
26 settembre 2024

Lussemburgo, terra di ponti. Quelli in pietra antica o moderno metallo che subito saltano all’occhio del visitatore tagliando a metà il paesaggio naturale delle Ardenne, ma anche i ponti ideali che il Granducato, con la sua storia peculiare e l’altrettanto peculiare posizione geografica, ha saputo «costruire» al posto delle mura, «con l’aiuto di Dio», accogliendo e integrando migranti e rifugiati. Fotogrammi e metafore si intrecciano nelle parole con cui il Papa — sia nel suo primo e unico discorso della mattina alle autorità, sia nel Libro d’Onore firmato al Cercle Cité — descrive il Lussemburgo, terra di benessere e di importanti istituzioni finanziarie europee, prima tappa del suo 46o viaggio apostolico.

Francesco vi è giunto in mattinata sotto una pioggia leggera ma insistente, in un generale grigiore del cielo e dei palazzi, con giovani sorridenti ma silenziosi, il sottofondo della musica dei violini e le bandiere bianco-gialle del Vaticano ordinate sui tetti gotici accanto a quella tricolore lussemburghese e quella europea. Non sono trascorse neppure due settimane da quando il Papa era sotto un sole cocente, tra gente scalza che suonava tamburi e cantava per strada, con i multi colori di piume, abiti, case. Il paragone viene da sé.

Ma il ricco Lussemburgo dalla salda identità cristiana, come dimostrano le nicchie con statue di santi che puntellano i palazzi tra bistrot e gioiellerie, ha saputo a suo modo dare un benvenuto caloroso al Papa. Un’accoglienza sobria, composta, quasi elegante, con i giovani della “Lux Youth”, l’anno scorso a Lisbona per la Gmg 2023, che, con le felpe bourdeaux e la scritta in francese «Perché niente è impossibile», non hanno cantato, danzato o gridato ma hanno salutato con visibile emozione il Pontefice appena arrivato in aeroporto. Mentre gruppetti dietro le transenne delle strade mattonate e pulitissime del centro città sventolavano bandierine e cartelloni (tra questi, uno che ringraziava il Papa per aver attirato l’attenzione del mondo sulla tragedia del popolo palestinese), con le vetrine delle boutique con l’immagine di Francesco e gli occhi a forma di cuore.

Gesti di affetto, come quelli incastonati nella visita di cortesia ai Granduchi, Filippo e Maria Teresa, nella lussuosa Maison du Grand-Duc, primo appuntamento istituzionale del viaggio, con i nipoti che giocavano sul tappeto della Ballroom o si lanciavano le caramelle che il Papa aveva regalato loro.

Nel Palazzo il Pontefice ha firmato il Libro d’Onore: «La tutela della dignità della persona — ha scritto —, il servizio al bene comune, il dialogo e la collaborazione internazionale: ecco cosa rende grande uno Stato». Un chiaro riferimento a quel multilateralismo oggi messo in crisi dai crescenti conflitti.

Dopo le foto di gruppo con la famiglia granducale, Francesco ha raggiunto il Salon des Rois per l’incontro privato. Qui – mentre nel Bureau des Ministres si incontravano il Primo ministro Luc Frieden, con gli arcivescovi Peña Parra, Gallagher e Coppola – è avvenuto lo scambio dei doni: da parte del Papa, la medaglia commemorativa con al centro la Madonna Consolatrice degli Afflitti, patrona del Lussemburgo e, in basso, il sigillo dell’Università Cattolica di Lovanio con la Madonna Sedes Sapientiae, che ricorda il 600° anniversario della fondazione dell’ateneo belga. Dal Palazzo Granducale, il Papa si è trasferito in auto al Cercle Cité, altro edificio storico nel cuore della città, in Place d’Armes. Francesco, accolto da un’orchestra d’archi, ha incontrato autorità, società civile e corpo diplomatico a cui ha ribadito l’invito alla fraternità, da declinare in un impegno concreto per un’Europa ferita dalle guerre. Ha suscitato risate nell’assemblea per la battuta sulla natalità («Non dico più figli e meno cagnolini, quello lo dico in Italia…») e applausi alla benedizione finale. Poi sul Libro d’Onore ha inciso una dedica dal sapore programmatico: «La città di Lussemburgo ha saputo costruire ponti al posto delle mura. Con l’aiuto di Dio possa sempre seguire questa sua vocazione alla pace e alla libertà. Non dimenticatevi: l’unità è superiore al conflitto, la realtà è superiore alla idea, il tutto è superiore alla parte, il tempo è superiore allo spazio».

Al termine, a bordo della papamobile, il Pontefice ha raggiunto il vicino Palazzo vescovile per il pranzo. Nei locali della residenza, dopo aver condiviso un caffè con alcuni collaboratori, l’incontro con una donna incinta a cui ha benedetto il pancione.

dal nostro inviato
Salvatore Cernuzio