Rischi e opportunità
«Parecchi temono la divisione» riguardo al cammino sinodale in atto nella Chiesa, «io ho piuttosto paura dell’indifferenza che prevale a tanti livelli e che rischia di dominare». Se ne è detto convinto il cardinale Marc Ouellet, prefetto emerito del Dicastero per i vescovi, presentando stamane a Roma il proprio saggio Parola, Sacramento, Carisma - Chiesa sinodale, rischi, opportunità (Edizioni Cantagalli, pp. 304, euro 23).
«Perché questo libro ora?» si è chiesto il porporato, che è anche presidente emerito della Pontificia commissione per l’America latina, durante l’incontro presso l’Istituto Maria Bambina. «La Chiesa — è stata la risposta — vive un momento particolare di ascolto dello Spirito Santo e ci chiediamo ora quale direzione prendere per mettere in atto una Chiesa sinodale». Tra idee, riforme, proposte, il rischio è di una scarsa comprensione o addirittura di una certa confusione sul tema da parte della gente comune. D’altro canto c’è chi ancora non sembra soddisfatto dei risultati ottenuti con il cammino sinodale. La necessità di una “chiarezza” è diventata dunque il preludio alla pubblicazione, che propone un personale contributo di Ouellet alla riflessione sulla sinodalità nella Chiesa, rilanciando quello che il teologo svizzero del secolo scorso, Hans Urs von Balthasar, definiva «l’unico modello perfetto, l’archetipo», ovvero Maria.
Il filo rosso che attraversa tutto lo scritto è rappresentato dai carismi, i doni che «lo Spirito Santo diffonde con libertà e creatività». Tuttavia, viene notato, essi «non sono valorizzati e riconosciuti. Una cultura prevalentemente clericale lascia» loro «poco spazio, o li sottomette a tali controlli che non possono fiorire in libertà» chiarisce l’autore. Una questione che non si può derubricare esclusivamente a «clericalismo abbastanza diffuso» ma che va ampliata al problema di «una visione parziale della Chiesa, una mentalità generale dei credenti che non vedono lo Spirito Santo all’opera in tutto il popolo di Dio».
Il cardinale Ouellet sottolinea come ai carismi «visibili e spettacolari», quali «profezia, guarigioni, visioni» sia essenziale affiancare anche quelli più «umili e discreti di servizio» ovvero «ascolto, accoglienza, di compassione, visite ai malati e ai poveri. Carismi maschili e femminili. Artistici e sociali. Una via aperta a tutti che potrebbe favorire la missione suscitando la comunione e la partecipazione».
La valorizzazione di tali doni «a un livello superiore nella visione sistematica della Chiesa» rappresenterebbe un incentivo «a cambiare mentalità, a sviluppare nuovi cammini, suscitare collaborazioni spontanee e una solidarietà tra tutti e non solo tra chierici, laici e religiosi».
Il pensiero di Ouellet si riassume in un’attenzione maggiore da dedicare «all’opera proprio dello Spirito Santo» che con i suoi doni, citando la Lumen gentium, «tanto gerarchici quanto carismatici» rendano realtà l’ambizione di «un popolo missionario».
Nell’ambito della presentazione è intervenuto anche l’arcivescovo Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’Evangelizzazione - Sezione per le questioni fondamentali dell’evangelizzazione nel mondo, che ha definito il volume «una proposta teologica dove confluiscono i temi dell’ecclesiologia. In particolare la Parola di Dio e la sacramentalità».
Il terzo elemento individuato dal presule è «l’orizzonte carismatico della Chiesa, che individua l’azione pneumatologica come componente essenziale dell’ecclesiologia».
Uno studio che, ha affermato monsignor Fisichella citando lo stesso cardinale Ouellet, «soffre» di quella «carenza pneumatologica, ormai riconosciuta ma non ancora a sufficienza teorizzata e corretta nella pratica». Concetto ridefinito nell’individuazione di una comunità «attardata più sull’organizzazione che sull’evangelizzazione».
A prendere la parola è stato poi Guzmán Carriquiry Lecour, ambasciatore dell’Uruguay presso la Santa Sede con un passato da sottosegretario del Pontificio consiglio per i laici e segretario incaricato della Vice-presidenza della Pontificia commissione per l’America latina. «Sta mancando un pensiero cattolico all’altezza di questo tempo storico di mutazioni, scenari di guerra e di violenza» ha affermato, ricordando una frase di san Giovanni Paolo ii : «Meno burocrazie e più Spirito Santo». (edoardo giribaldi)