· Città del Vaticano ·

L’arcivescovo Peña Parra per l’ordinazione episcopale di monsignor Serrano

Pastore per i fedeli
e amico dei poveri

 Pastore per i fedeli  e amico dei poveri   QUO-214
21 settembre 2024

«Ogni vescovo è per il suo popolo innanzitutto un evangelizzatore»: lo ha ricordato stamane, sabato 21 settembre, l’arcivescovo Edgar Peña Parra, sostituto della Segreteria di Stato, in occasione dell’ordinazione episcopale di monsignor Josep-Lluís Serrano Pentinat, vescovo coadiutore della diocesi di Urgell, in Spagna. La celebrazione si è svolta presso la locale cattedrale di Santa Maria.

Sottolineando la «provvidenziale» coincidenza con l’odierna festa di san Matteo, l’arcivescovo ha esortato il nuovo presule a diventare proprio come l’apostolo evangelista, «un uomo santo, un fedele successore degli apostoli e testimone appassionato della buona novella, che è il Vangelo di Gesù».

«Matteo è un pubblicano: un peccatore — ha evidenziato il sostituto —! Quando si alza dal suo mondo (il banco delle imposte), l’impensabile si realizza. Una vita serva del potere e del denaro trova libertà e forza. Gesù pronuncia soltanto una parola: “Seguimi”». Di qui, dunque, l’invito al vescovo coadiutore a essere «primo perché a servizio di tutti, guida perché avrà ascoltato le necessità e le sofferenze dei fratelli, segno di unità perché uomo di comunione». Le parole da tenere bene a mente, ha proseguito, sono quelle di Cristo che dice: «Non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malati. Andate a imparare che cosa vuol dire: “Misericordia io voglio e non sacrifici”. Io non sono venuto infatti a chiamare i giusti, ma i peccatori» (Mt 9, 13).

Nominato il 12 luglio scorso nella diocesi di Urgell, monsignor Serrano Pentinat è stato in precedenza consigliere di Nunziatura in servizio presso la sezione per gli Affari generali della Segreteria di Stato, operando «con obbedienza, umiltà, competenza, e non senza sacrifici, al servizio del Santo Padre e della Chiesa Universale — ha ricordato monsignor Peña Parra —. In tutti questi compiti unica è la vocazione, perché identica è la voce del Maestro, che ci chiama a seguirlo col passo dei discepoli».

Ora che diventa Vescovo — ha aggiunto il celebrante —, «è proprio colui che è stato apostolo prima di Lei a dettare con precisione il programma di vita. Dice infatti san Paolo: “Comportatevi in maniera degna della chiamata che avete ricevuto, con ogni umiltà, dolcezza e magnanimità, avendo a cuore di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace, […] allo scopo di edificare il corpo di Cristo, finché arriviamo tutti all’unità della fede e della conoscenza del Figlio di Dio” (Ef 4, 1-3. 12-13). Ecco la mèta, il traguardo cui siamo chiamati: l’uomo perfetto, che è il Risorto».

Il pensiero del sostituto è andato, poi, al brano in cui san Beda il Venerabile scrive che Gesù guardò il pubblicano Matteo «con sentimento di amore e lo scelse». In questo stesso brano, ha aggiunto, «compare il motto scelto dal Santo Padre, Miserando atque eligendo: è lo stile di Gesù verso il pubblicano. Lo stesso stile che Gesù ha con te, con noi. Per essere testimoni di misericordia dobbiamo riconoscere quella che il Signore ha usato verso di noi».

Di qui, l’esortazione rivolta a monsignor Serrano Pentinat a essere «consigliere, maestro, esempio, per i presbiteri, i primi collaboratori del Vescovo». «Sii pastore per i fedeli, amico dei poveri, conforto dei sofferenti — ha affermato ancora l’arcivescovo Peña Parra — . Testimone di giustizia e di verità per tutti gli uomini». Si tratta di una «missione sublime», ha quindi evidenziato, che deve essere coltivata «con la preghiera». «Porta il popolo nel tuo cuore, se vuoi esserne pastore. Medita la parola di Dio, per annunciarla con animo lieto e forte — ha spiegato —. Hai imparato a riconoscere la voce di Cristo: porta la sua parola in un mondo distratto, soprattutto ai giovani, il cui cuore arde di speranza. Le ceneri dell’egoismo e della vanità non hanno spento questo fuoco!».

Infine, la consegna a «dispiegare le vele dell’anima, della fede, della speranza, dell’amore», affidandole al soffio dello Spirito Santo.