Pietre ridistribuite
Ne La debolezza del credere. Fratture e transiti del cristianesimo (Vita e Pensiero, 2020), il gesuita Michel de Certeau, scomparso nel 1986, scriveva: «Al presente, simile a quelle rovine maestose da cui si traggono pietre per costruire altri edifici, il cristianesimo è diventato per le nostre società il fornitore di un vocabolario, di un tesoro di simboli, di segni e di pratiche da reimpiegare altrove. Ciascuno ne usa alla propria maniera, senza che l’autorità ecclesiale possa gestirne la distribuzione o definirne a propria volta il valore come senso». Una immagine grandiosa e preveggente della trasformazione in atto. Possiamo leggerla in senso positivo come ridistribuzione di quanto accumulato con buona intenzione, ma con eccesso di presunzione.
di Sergio Valzania