Oltre che nei rapporti amorosi, il tarlo della gelosia rischia di insinuarsi anche nella fede, nella religione.
Ne troviamo due esempi nella prima lettura
e nel Vangelo di questa domenica.
Ci si impadronisce di Dio. Lo si sequestra.
Si crede di avere il monopolio di Dio. «Quello non fa parte del nostro gruppo, del nostro Movimento, della nostra comunità».
C’è chi innalza muri per fermare l’invasione
di profughi; e ci sono cristiani devoti
che chiudono i confini, impedendo ad altri
di avvicinarsi a Dio. «Noi siamo gli eletti,
gli altri sono i cattivi!». È la gelosia di Dio.
È la gelosia del bene altrui.
Ma è un cancro della fede, da cui ci mette
in guardia Gesù: «non glielo proibite!» (Vangelo). Ognuno può arrivare a Dio seguendo la propria strada. Non mettiamo impedimenti; «non scandalizziamo», dice
il Vangelo. La verità è in tutti; e tutti dobbiamo essere nella verità.
«Il bene non lo ferma nessuno. Non crediamoci i monopolizzatori del vero! Sappiamo riconoscere la verità anche nell’avversario incredulo, seppure incompleta. E godiamo della verità! Dio è verità» (don Primo Mazzolari).
Godiamo del bene che può venire da tutti,
da qualsiasi parte! E non innamoriamoci troppo delle nostre verità, potremmo avere brutte sorprese!
di Leonardo Sapienza
Il Vangelo in tasca
Domenica 29 settembre XXVI del Tempo ordinario
Prima lettura: Nm 11, 25-29;
Salmo: 18;
Seconda lettura: Gc 5, 1-6;
Vangelo: Mc 9, 38-43.45.47-48.