· Città del Vaticano ·

Nel volume di Marín de San Martín, un’autobiografia spirituale di Papa Giovanni XXIII

Dal Concilio al Sinodo
il volto di una Chiesa viva

giovannixxiii.jpg
19 settembre 2024

Una “autobiografia spirituale” di Giovanni xxiii attraverso le coordinate della sua vita, dieci termini chiave e alcuni testi fondamentali. Vi parlo al cuore (Paoline Editoriale Libri 2024, pagine 496, euro 28), è il titolo del volume curato dal vescovo Luis Marín de San Martín, sottosegretario della Segreteria generale del Sinodo, che in occasione del 60° anniversario della morte del “Papa buono” ritiene «necessario restituirgli la parola» non solo in omaggio alla memoria, ma anche per ricavarne una «guida sicura» in grado di «aiutarci a camminare insieme, con passo deciso, in questo tempo di speranza».

Pagina dopo pagina, il lettore accede al «santuario dell’anima» di Roncalli, come scrive nella prefazione il cardinale Angelo Comastri, facendo riferimento al valore e all’abbondanza dei documenti raccolti nel libro. Nella prima delle tre parti in cui è suddiviso, esso ripercorre infatti, grazie alla lettura diretta dei testi del santo Pontefice bergamasco, le tappe di una esistenza variegata, che affonda le radici in una ricca spiritualità; la seconda sezione è una sintesi tematica in dieci parole (Cristo, ecumenismo, Chiesa, Maria, obbedienza, ottimismo, pace, rinnovamento, santità e vocazione); infine, vengono presentati tre testi fondamentali: il discorso di inaugurazione del Concilio Vaticano ii , il celebre “Discorso della luna” e il testamento.

Quello lasciato da Giovanni xxiii , nonostante la brevità del pontificato (quattro anni, sei mesi e sei giorni) è — evidenzia nell’introduzione l’autore, che è dottore in teologia con una tesi proprio sull’ecclesiologia di Roncalli — «un segno indelebile nella storia della Chiesa», grazie alla capacità di avviare, con la convocazione del Concilio, «un processo di riforma e rivitalizzazione della Chiesa, in fedeltà al deposito della fede e in dialogo con il mondo contemporaneo».

In tal senso, spiega il presule, «il pontificato di Papa Francesco, con i suoi richiami chiaramente evangelici e gioiosamente rinnovatori, evoca non poco il tempo dell’aggiornamento giovanneo» ed è proprio «nelle coordinate rinnovatrici del Vaticano ii » che si inserisce il processo sinodale avviato da Papa Francesco.

Secondo il cardinale Mario Grech, segretario generale del Sinodo, che firma la postfazione, «mentre Papa Francesco è l’origine prossima del rinnovamento in atto, Papa Giovanni ne è l’origine remota, certamente indiretta ma in realtà imprescindibile». Senza Giovanni xxiii , “il Papa della transizione” dalla stagione del concilio di Trento, durata per quattro secoli, a quella del Vaticano ii , «molto probabilmente non ci sarebbe stato il Sinodo, istituito dal suo successore nel 1965, e, più in particolare non ci sarebbe stato questo Sinodo, dedicato alla sinodalità nella vita e nella missione della Chiesa alla luce del trinomio “comunione, partecipazione e missione”».

Anche se di sinodalità non si parla ancora expressis verbis nei sedici documenti conciliari, per il segretario generale «i presupposti impliciti dell’ecclesiologia sinodale sono tutti da rintracciare in quel nuovo volto di Chiesa che il Vaticano ii ha elaborato non senza fatica, potendo anche contare sugli spunti preziosi che erano venuti dal magistero di Giovanni xxiii ». Quest’ultimo ha praticamente «acceso i motori di un movimento di riforma» al quale Francesco «sta ora imprimendo una fondamentale accelerazione».

Il cardinale Grech evidenzia poi come tra i due Papi vi sia una «sintonia di temi e accenti»: l’insistenza sullo Spirito Santo e sulla necessità di rendersi docili alla sua azione, la sensibilità per i segni dei tempi, la devozione mariana e l’esperienza di un Dio che è Padre e ama i suoi figli con infinita misericordia.

di Lorena Leonardi