In Monachesimo interiorizzato. Tempo di crisi, tempo di risveglio (Paoline, 2021), Antonella Lumini scrive «Chi si mette in ricerca, vuol dire che si sente distante, vive una profonda nostalgia verso un luogo, una dimensione che gli manca. La vita terrena è caduca, c’è la malattia, c’è la morte. Anche inconsapevolmente, ognuno aspira a tornare verso l’origine, quella sorgente da cui tutto proviene». La tradizione monastica vuole che la preghiera sia la manifestazione della nostalgia per un luogo dove non siamo mai stati, ma che sappiamo esistere e al quale desideriamo in qualche modo “tornare”, come se ne fossimo stati scacciati. Lumini la definisce «l’aspirazione primordiale».
di Sergio Valzania