· Città del Vaticano ·

Videomessaggio di Papa Francesco all’Incontro Med 24 in corso a Tirana, in Albania

Il Mediterraneo
non sia più un cimitero
ma il volto della pace

 Il Mediterraneo non sia più un cimitero ma il volto della pace   QUO-210
17 settembre 2024

Rinunciare alla «cultura della paura per aprire la porta dell’accoglienza e dell’amicizia», affinché il Mediterraneo «non sia più un cimitero», ma «ritrovi il suo volto più bello: quello della fraternità e della pace». È l’invito di Papa Francesco ai cinquanta giovani che partecipano al M ed 24 a Tirana, nuova edizione degli Incontri del Mediterraneo, organizzati dalla Chiesa cattolica in collaborazione con attori mediterranei. Obiettivo dei lavori è affrontare le sfide e le opportunità presenti nella regione. L’avvenimento, in corso in Albania dal 15 al 21 settembre, segue gli appuntamenti di Bari, Firenze e Marsiglia e ha come tema “Pellegrini di speranza, costruttori di pace”, suggerito dall’arcidiocesi di Tiranë-Durrës, in continuità con il motto del Giubileo 2025. Pubblichiamo di seguito il testo del videomessaggio inviato dal Pontefice ai partecipanti all’incontro, diffuso stamane, martedì 17 settembre.

Cari amici, cari giovani albanesi
e del Mediterraneo,

è per me una gioia sapervi riuniti a Tirana, dieci anni dopo la mia visita nel vostro amato Paese nel 2014. Non mi dimentico! Mi ricordo di quel viaggio in cui ho potuto incontrare il vostro popolo, un popolo dai molteplici volti ma unito dal coraggio. Come dicevo allora ai giovani, «voi siete la nuova generazione dell’Albania» (Angelus, Tirana, 21 settembre 2014). Aggiungo oggi, cari giovani delle cinque sponde del Mediterraneo: voi, la nuova generazione, siete l’avvenire della regione mediterranea.

Tutti siamo pellegrini della speranza, camminando alla ricerca della verità e vivendo la nostra fede costruendo la pace. La pace va costruita! Dio ama tutti gli uomini e non fa distinzione tra noi. La fraternità tra le cinque sponde del Mediterraneo che voi state costruendo è la risposta — la risposta! — la risposta migliore che possiamo offrire ai conflitti e alle indifferenze che uccidono. Perché l’indifferenza uccide.

Imparate insieme a leggere i segni dei tempi. Contemplate la diversità delle vostre tradizioni come una ricchezza, una ricchezza voluta da Dio. L’unità non è uniformità, e la diversità delle nostre identità culturali e religiose è un dono di Dio. Unità nella diversità. Crescete nella stima reciproca, come testimoniano i vostri antenati.

Mettete al centro la voce di coloro che non sono ascoltati. Penso ai più poveri, che soffrono l’essere considerati come un peso o un fastidio. Penso a coloro che, spesso molto giovani, devono lasciare il loro Paese per un avvenire migliore. Prendetevi cura di ciascuno. Non si tratta di numeri ma di persone, e ogni persona è sacra; si tratta di volti, la cui dignità deve essere promossa e protetta. Rinunciamo alla cultura della paura per aprire la porta dell’accoglienza e dell’amicizia.

Come un grande lago di Tiberiade affidato alle vostre cure, abitate le rive di questo grande bacino, che vi unisce: il Mediterraneo vi unisce, vi unisce come un bel giardino da coltivare. Custodite lo spirito di servizio in ogni circostanza, prendete cura di ogni creatura affidata alle vostre mani.

Sappiate camminare sulle orme dei vostri martiri. Il loro coraggio è una testimonianza viva che può ispirare il vostro impegno nel resistere a tutte le violenze che sfigurano la nostra umanità, come fece a soli ventidue anni la beata Maria Tuci.

Vi affido a Maria, la Madre del Buon Consiglio, che da sempre rivolge il Suo sguardo materno di amore e di dolore alle vicende della vostra terra. Imparate dal Suo Cuore Immacolato ad essere infaticabili pellegrini della speranza e a seguire i segni di Dio, affinché il Mediterraneo ritrovi il suo volto più bello: quello della fraternità e della pace. E che non sia più un cimitero.