· Città del Vaticano ·

In cammino
In Abruzzo le «chiese tratturali» raccontano storie di pastori e devozione

Conci di fede
tra monti e mare

 Conci di fede  tra monti e mare  QUO-210
17 settembre 2024
Percorrendo strade che attraversano l’Abruzzo interno, capita di imbattersi in una visione che colpisce e sorprende. In distese di campi aperti, senza alcuna presenza di borghi o di qualunque forma di insediamenti abitativi, sorgono isolate e solitarie, come spuntate dal nulla, delle chiese. Che ci faranno lì, ci si chiede, visto che pare impossibile si ergano senza alcun legame con un centro, sia pur piccolo, ma abitato? Sono le chiese tratturali, chiamate anche “riposi”. La loro è una storia bellissima che le vede sorgere tra xiii e xvi secolo lungo le vie che i pastori percorrevano con le loro greggi scendendo dai monti d’Abruzzo al mare. Con l’approssimarsi dell’inverno era necessario spostare il bestiame dagli stalli montani alle pianure del Tavoliere di clima più mite e con erba fresca. Durante la transumanza i ...

Questo contenuto è riservato agli abbonati

paywall-offer
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati