Tempo di preghiera
La conferenza nella Sala stampa della Santa Sede
Nella tarda mattinata di oggi, lunedì 16 settembre, presso la Sala stampa della Santa Sede, attualmente in via dell’Ospedale, si è svolta la Conferenza stampa di presentazione dei lavori della Seconda sessione della xvi assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi. Oltre al cardinale segretario generale della Segreteria generale del Sinodo e del cardinale gesuita arcivescovo di Luxembourg, relatore generale della xvi assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, i cui interventi pubblichiamo in queste pagine, erano presenti anche i segretari speciali dell’assemblea, don Riccardo Battocchio, e il gesuita padre Giacomo Costa, il prefetto del Dicastero per la comunicazione e presidente della Commissione per l’informazione della xvi assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, Paolo Ruffini, con la segretaria della medesima Commissione, Sheila Pires, in collegamento da remoto.
Il cardinale segretario generale
Il Sinodo è anzitutto un tempo di preghiera. Il primo ascolto di cui abbiamo bisogno è l’ascolto del Signore, della sua Parola affidata alle Sacre scritture, del suo Spirito che parla al cuore dei credenti.
È quest’ascolto “originario” che ci rende poi capaci di ascoltarci autenticamente tra noi, riconoscendo in ciò che dice l’altro la voce dello Spirito. Tanto da renderci capaci di ardire a quella convergenza che è il cuore di ogni processo sinodale.
Desidero richiamare a questo riguardo quanto Papa Francesco ebbe a dire il 9 ottobre 2021, aprendo per la Chiesa intera il Cammino sinodale che adesso, con questa Seconda sessione dell’assemblea del Sinodo dei vescovi, sta arrivando a un momento culminante: «il protagonista del Sinodo è lo Spirito Santo. Se non c’è lo Spirito, non ci sarà Sinodo. [...] sia questo Sinodo un tempo abitato dallo Spirito! [...] Lo Spirito Santo è colui che ci guida dove Dio vuole e non dove ci porterebbero le nostre idee e i nostri gusti personali».
Proprio per ascoltare lo Spirito, per onorare il primato della Parola di Dio sulle nostre parole, la Seconda sessione — esattamente come la Prima — sarà preceduta da due giorni di ritiro spirituale, che faremo in Vaticano. Ci auguriamo di ripetere la stessa intensa esperienza dell’anno passato, che è stata unanimemente apprezzata dai partecipanti al Sinodo. Nelle giornate di lunedì 30 settembre e martedì 1° ottobre ci guideranno di nuovo, con le loro meditazioni, padre Timothy Radcliffe, domenicano e madre Ignazia Angelini, benedettina, che poi continueranno ad animare la preghiera durante le giornate del Sinodo, insieme a padre Matteo Ferrari, benedettino camaldolese, responsabile delle liturgie, e ai monaci di Camaldoli. Siamo convinti che con il loro aiuto ancora una volta l’assemblea si disporrà a quell’ascolto, quel dialogo e quel consenso di cui prima dicevo.
Una novità, rispetto al 2023, è la Veglia penitenziale che concluderà la due-giorni di ritiro. Questa Veglia avrà luogo la sera di martedì 1° ottobre nella basilica di San Pietro e sarà presieduta dal Santo Padre Francesco. L’evento, organizzato congiuntamente dalla segreteria generale del Sinodo e dalla diocesi di Roma in collaborazione con l’Unione dei superiori generali (Usg) e con l’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), sarà aperto alla partecipazione di tutti, in particolare dei giovani, i quali sempre ci ricordano quanto l’annuncio del Vangelo debba essere accompagnato da una testimonianza credibile, che loro per primi desiderano offrire al mondo insieme a noi.
La stessa preghiera dell’Adsumus, l’antica preghiera che ci accompagna fin dall’inizio del Cammino sinodale 2021-2024, ci offre il senso di questo pregare sinodalmente, riconoscere i nostri peccati, vegliare...
Alla vigilia di un evento di Chiesa così solenne, qual è il Sinodo, si chiameranno per nome alcuni dei peccati che più suscitano dolore e vergogna, invocando la misericordia di Dio. In particolare, nella basilica vaticana potremo ascoltare tre testimonianze di persone che hanno sofferto per qualcuno di tali peccati. A seguire avrà luogo una confessione per vari tipi di peccato. Non si tratterà di denunciare il peccato degli altri, ma di riconoscersi parte di quanti, per azione o almeno per omissione, diventano causa della sofferenza patita da innocenti e indifesi. Al termine di questa confessione dei peccati, il Santo Padre rivolgerà, a nome di tutti i cristiani, una richiesta di perdono a Dio e alle sorelle e fratelli di tutta l’umanità.
Inoltre, ormai a Sinodo iniziato, nella sera di venerdì 11 ottobre, anche quest’anno ripeteremo l’esperienza di una preghiera ecumenica, insieme al Santo Padre, ai delegati fraterni presenti nell’Aula sinodale (il cui numero è stato significativamente accresciuto da 12 a 16) e a vari altri rappresentanti di Chiese e comunità ecclesiali presenti a Roma.
Di nuovo questa preghiera è stata preparata da un’équipe composta dalla Segreteria generale del Sinodo e dal Dicastero per la promozione dell’unità dei cristiani con i fratelli della Comunità di Taizé, i quali sono peraltro a disposizione di quanti volessero organizzare a livello locale preghiere analoghe in connessione con l’evento che si celebrerà in Vaticano, in piazza dei Protomartiri, luogo dove, secondo una tradizione immemorabile, avvenne il martirio dell’apostolo Pietro.
La data dell’11 ottobre è stata scelta per ricordare l’11 ottobre di 62 anni fa, quando si aprì solennemente il Concilio Vaticano ii , che ha inaugurato per la Chiesa cattolica una nuova stagione ecumenica, di cui il Sinodo in corso è espressione e testimonianza, nel fattivo desiderio di aiutare tutta la Chiesa ad avanzare sulla via della piena unità.
Per predisporci alla fase finale dell’assemblea, lunedì 21 ottobre vivremo nuovamente una giornata di ritiro spirituale. Sarà una sorta di pit-stop, per implorare dal Signore i suoi doni in vista del discernimento sulla bozza del Documento finale. Come vedete c’è un alternarsi di momenti di preghiera personale, di dialogo e comunione fra noi, comunione fraterna nell’ascolto e nell’amore reciproco e comunione nella preghiera.
Proprio per sottolinearne il valore, voglio ricordare i momenti che vivremo attorno alla mensa eucaristica. Anche quest’anno, oltre alla messa di apertura e di chiusura concelebreremo insieme l’Eucaristia almeno una volta a settimana.
L’Eucaristia — che è sacramento e sorgente dell’unità ecclesiale — sarà il fondamento di quanto vivremo in questi giorni, accompagnati da tutta la Chiesa.
Con gratitudine e commozione ricordo quanti, da ogni parte del mondo, ci stanno assicurando l’offerta delle loro sofferenze e il ricordo a Dio nella preghiera.
Grazie alla Rete di Preghiera del Papa, sappiamo che la nostra preghiera sarà sostenuta dalla preghiera di migliaia di fedeli.
Invito in particolare le comunità religiose, in modo speciale quelle di vita contemplative, e tutti fedeli a unirsi in una preghiera corale perché i membri dell’assemblea possano essere docili alla voce dello Spirito Santo.
Quanto sarebbe bello se almeno di domenica, in ogni parrocchia, in tutto il mondo si pregasse coralmente per invocare il Signore sui lavori del Sinodo dicendo: «Donaci Signore cuori ardenti e piedi in cammino».
di Mario Grech
Aumentano i delegati fraterni
Il cardinale relatore generale
L’Elenco dei partecipanti alla Seconda sessione della xvi assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi non presenta grandi cambiamenti rispetto all’elenco dei partecipanti alla Prima sessione. È suddiviso in tre macro sezioni: a) i membri (ossia coloro che hanno diritto di voto) che sono organizzati, come di consueto, secondo il titolo di partecipazione (vale a dire i membri ex officio, ex designatione ed ex electione); b) gli invitati speciali; c) gli altri partecipanti.
Dopo l’elencazione del presidente, del segretario generale, dei 9 presidenti delegati, del relatore generale e dei 2 segretari speciali che non presentano variazioni, sono presentati i 20 membri delle 15 Chiese orientali cattoliche. Poi i 168 membri delle Conferenze episcopali. Anche tra le Conferenze episcopali abbiamo avuto qualche sostituzione. Seguono i 2 membri della categoria “Vescovi senza Conferenza episcopale” e i 5 membri che sono presidenti delle Riunioni internazionali di Conferenze episcopali. Sono poi elencati i 10 membri provenienti dall’Unione dei superiori generali (Usg) e dall’Unione internazionale delle superiori generali (Uisg). Sono indicati poi i 21 membri che vanno sotto la dicitura “Capi dicastero della Curia romana” e i 57 membri di nomina pontificia. Infine, abbiamo i 68 membri non insigniti del munus episcopale quali testimoni del processo sinodale; poi i 2 sotto-segretari della segreteria generale del Sinodo e, infine, i 14 membri ordinari del Consiglio ordinario che concluderanno il loro mandato con questa assemblea (Ep. Communio, 24).
In tutto i membri sono 368 di cui 272 investiti dal munus episcopale e 96 non vescovi.
Sono solo 26 i cambiamenti registrati in tutte queste categorie, prevalentemente sostituzioni.
Poi, vi sono gli 8 invitati speciali e i delegati fraterni che da 12 sono passati a essere 16. Papa Francesco ha consentito di aumentare il loro numero visto il grande interesse che le Chiese sorelle hanno testimoniato nei confronti di questo cammino sinodale.
Concludiamo questa presentazione dei partecipanti alla xvi assemblea con la categoria “altri partecipanti”. Oltre ai due assistenti spirituali che già conoscete (padre Radcliffe e suor Angelini) e padre Ferrari, il padre camaldolese referente per la liturgia, quest’anno i 70 esperti sono stati suddivisi in tre categorie (facilitatori, esperti teologi e esperti comunicatori).
L’elenco si chiude con i membri della Segreteria generale del Sinodo, gli assistenti e i collaboratori. A questo elenco abbiamo inserito un allegato contenente i membri della Commissione per l’informazione e della Commissione per le controversie eletti nel corso della Prima sessione e ancora in carica in questa sessione.
di Jean-Claude Hollerich
I segretari speciali
Per camminare insieme
C’è un interrogativo di fondo a guidare l’intero processo sinodale avviato nel 2021 e che prosegue in questo 2024: è la domanda sul come “camminare insieme” e crescere come Chiesa sinodale che annuncia il Vangelo. A rimarcarlo, durante la conferenza stampa odierna, è stato il gesuita Giacomo Costa. Soffermandosi, nel suo intervento, sulla metodologia che verrà seguita durante i lavori, il religioso ha evidenziato in primo luogo i due punti di riferimento costanti dell’assise: da un lato, l’Instrumentum laboris (Il), dall’altro l’Assemblea stessa, alla quale «spetta indicare i passi da compiere per crescere come Chiesa sinodale relativamente alle tematiche proposte dall’Il».
Passi che, ha aggiunto, «dovranno necessariamente confrontarsi con la concretezza e la varietà dei contesti locali, e con la ricchezza delle esperienze sinodali già in atto, delle cui voci l’Assemblea è portatrice».
Cinque i moduli in cui saranno suddivisi i lavori, ognuno dei quali avrà un focus tematico specifico, costituito da una sezione dell’Il. Ciascun modulo, a sua volta, prevede un’alternanza di sessioni in Congregazioni generali e Gruppi di lavoro. Questi ultimi, composti da circa dieci persone sulla base delle loro preferenze linguistiche, procederanno «ispirandosi al metodo della conversazione nello Spirito», già sperimentato nella prima Sessione sinodale dell’ottobre 2023. Sono previsti inoltre, ha aggiunto padre Costa, nuovi passaggi, come i cinque Tavoli linguistici, in cui si incontreranno i rappresentanti dei 36 Gruppi di lavoro con il compito di «elaborare una breve relazione di sintesi del lavoro compiuto da presentare nella successiva Congregazione generale» ovvero «le principali questioni da discernere nelle successive Congregazioni generali». Sarà compito di queste ultime, poi, approfondire i temi emersi dai Tavoli, «contribuendo al discernimento».
Diverso sarà, invece, l’operato del quinto modulo, quello conclusivo, che verrà organizzato a partire dalla presentazione di un Progetto di Documento finale (redatto sotto la responsabilità del relatore generale e dei segretari speciali), che sarà discusso in sede di Congregazione generale e su cui i Gruppi di lavoro formuleranno emendamenti (o modi). Il testo emendato sarà sottoposto all’approvazione dell’Assemblea plenaria.
Dal suo canto, monsignor Battocchio si è soffermato sui quattro forum teologico-pastorali collegati al lavori dell’assise e che avranno l’obiettivo di approfondire alcuni temi affrontati in aula. «Ciascun forum — ha detto — affronterà un tema rilevante dal punto di vista ecclesiologico, collegato ai contenuti dell’Il (in particolare ai “fondamenti”, alle “relazioni” e ai “luoghi”)». In ogni forum, ha concluso, «quattro o cinque persone (teologi, canonisti, vescovi) presenteranno sinteticamente le questioni principali collegate al tema, le diverse prospettive dalle quali possono essere considerate, le scelte che queste diverse prospettive potrebbero implicare».
Nelle risposte alle domande dei giornalisti
Quei sette peccati che suscitano dolore e vergogna
Le testimonianze di vittime del «peccato» di abusi, del «peccato» della guerra e della «indifferenza» di fronte al dramma delle migrazioni saranno al centro dell’atto penitenziale che aprirà la seconda sessione del Sinodo. I cardinali Grech e Hollerich hanno offerto dettagli su questo evento, principale novità dell’assise del 2-27 ottobre, al centro delle domande dei cronisti nella Sala stampa della Santa Sede.
Sette i peccati «che suscitano dolore e vergogna» e che «saranno chiamati per nome» durante la celebrazione presieduta dal Papa: dagli abusi alle critiche sulla sinodalità. «Come stanno insieme due cose del genere?», ha domandato un giornalista. «Quando io vado a confessarmi — ha risposto Hollerich — ho un sacco di peccati diversi: alcuni più gravi, altri meno. Ma è la mia realtà che è in gioco. È un po’ così anche per il nostro atto penitenziale: ci sono cose diverse, ma è la stessa Chiesa che ha vissuto questi deficit e fa soffrire la gente».
Il Papa eleverà la sua supplica a Dio e lo farà a nome di tutti i cristiani, ha sottolineato Grech. «Chi ha dato mandato al Papa di parlare a nome di tutti i cristiani?» ha chiesto un corrispondente: «Il Papa prega per tutti e per pregare mica c’è bisogno di un mandato. È una preghiera, una supplica. Chi vuole includersi in questa preghiera, ben venga! Che male c’è? Ci riconosciamo incompleti, peccatori, e che la nostra vita dipende dalla misericordia di Dio» ha replicato il cardinale.
Forte il coinvolgimento dei giovani in questa cerimonia dallo stile differente rispetto ad altri eventi giovanili. Alle nuove generazioni «è affidato il messaggio per comunicare al mondo che la Chiesa è in una dinamica di conversione» ha spiegato il porporato maltese. E il confratello lussemburghese ha aggiunto: «I giovani soffrono per i nostri peccati, è bene che loro sappiano che non siamo fieri di tutto quello che la Chiesa non ha fatto bene».
Diverse le domande anche sull’interazione tra i Gruppi di studio, istituiti dal Papa nel marzo scorso per approfondire dieci tematiche, e l’Assemblea sinodale. I temi analizzati dai dieci Gruppi saranno quindi esclusi dalle discussioni in aula? «I temi non sono accantonati» la risposta di Grech. I Gruppi comunicheranno «cosa stanno facendo, qual è il loro piano d’azione, come intendono andare avanti per approfondire questi temi. Poi i risultati andranno consegnati al Papa». Per Grech non è escluso che anche durante la Seconda sessione «ci saranno tematiche che avranno bisogno di altri approfondimenti».
Ma quindi, ad esempio, ha incalzato un altro cronista, l’accesso delle donne al ministero ordinato o le questioni morali, temi non inclusi nell’Instrumentum laboris, entreranno o no in questo Sinodo? «L’assemblea è già stata ascoltata, sono state fatte le richieste e il Papa ha detto: queste dieci tematiche le affido a gente che può aiutarmi a proporre qualcosa alla Chiesa» ha replicato il porporato. Obiettivo del Sinodo, ha ribadito, «è come essere Chiesa sinodale in missione. Lo scopo non è accantonare ma aiutare la Chiesa a fare un passo in avanti».
Il cardinale ha poi confermato la presenza di due vescovi dalla Cina, come già l’anno scorso; invece sulla sostituzione dei nomi di alcuni partecipanti ha spiegato che il cambiamento è avvenuto su richiesta degli interessati: «Alcuni per motivi di salute, altri hanno deciso di non tornare, in nessun caso il Papa ha escluso qualcuno».
Alla domanda, infine, su «come volete ricordare questo Sinodo» Hollerich ha detto: «Io non voglio raggiungere nulla, sono un servo della sinodalità, voglio mettere da parte opinioni e convincimenti, ascoltare le persone e rispondere all’obiettivo dato dal Papa». E per il cardinale Grech non c’è bisogno di aspettare tanti anni, già da adesso si possono apprezzare dei frutti. «Proprio questa mattina abbiamo avuto la visita dei vescovi della Corea e ascoltarli parlare di come le comunità si stanno impegnando a convertirsi in comunità sinodale è un motivo per ringraziare il Signore e mi dà la forza di andare avanti». Anche il recente viaggio del Papa nel Sud-Est asiatico e in Oceania, ha aggiunto il prefetto Ruffini, ha dimostrato «come la Chiesa sinodale è viva in posti così lontani». (salvatore cernuzio)
In agenda
Celebrazione penitenziale nella basilica di San Pietro
«Una Chiesa che vuole camminare insieme ha sempre bisogno di riconciliarsi. Il perdono costituisce l’attuazione fondamentale della Chiesa, perché ne sintetizza la sua natura e la sua missione. Sarebbe, tuttavia, riduttivo pensare la Chiesa solo come amministratrice e dispensatrice del perdono sacramentale». Prende le mosse da questa premessa la Celebrazione penitenziale che, presieduta da Papa Francesco, si terrà nella basilica vaticana nel pomeriggio del 1° ottobre con inizio alle ore 18.
Organizzata congiuntamente dalla segreteria generale del Sinodo e dalla diocesi di Roma in collaborazione con l’Unione dei superiori generali (Usg) e l’Unione internazionale delle superiore generali (Uisg), è aperta a tutti, in particolare ai giovani, e potrà essere seguita sui media vaticani che ne assicureranno la trasmissione in diretta. La liturgia rivolge infatti lo sguardo interiore della Chiesa ai volti delle nuove generazioni. Saranno proprio i giovani presenti in basilica a ricevere il segno che il futuro della Chiesa sono loro, e che la richiesta di perdono è il primo passaggio di una credibilità di fede e missionaria che deve essere ristabilita.
«Papa Francesco ci ha insegnato — spiegano gli organizzatori — che è necessario anche» chiedere il perdono, «chiamando per nome i peccati, provando dolore e anche vergogna, perché siamo tutti peccatori bisognosi di misericordia: di quella misericordia di Dio che non si stanca di amare e di perdonare. Il perdono, allora, è come una resurrezione, permette a chi è caduto di rialzarsi, a chi teme di aver tutto compromesso, di ricominciare. Confessare di avere peccato è la condizione di un nuovo inizio».
Alla fine del ritiro spirituale — in programma dal 30 settembre al 1° ottobre prossimi — di tutti i partecipanti alla xvi assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, dunque, la Liturgia penitenziale vuole disporre i lavori sinodali verso l’inizio di un nuovo modo di essere Chiesa.
Nella basilica di San Pietro, la celebrazione presieduta da Papa Francesco prevede un tempo di ascolto di tre testimonianze di persone che hanno subito il peccato: il peccato degli abusi; il peccato della guerra; il peccato dell’indifferenza di fronte al dramma presente nel fenomeno crescente di tutte le migrazioni.
Successivamente, si procederà con la confessione di alcuni peccati. Non si tratta di denunciare il peccato degli altri, ma di riconoscersi parte di chi per omissione o azione diventa causa di sofferenza, responsabile del male patito da innocenti e indifesi.
Chi esprimerà la richiesta di perdono lo farà a nome di tutti i battezzati. In particolare, si confesserà: il peccato contro la pace, il peccato contro il creato, contro le popolazioni indigene, contro i migranti, il peccato degli abusi, il peccato contro le donne, la famiglia, i giovani, il peccato della dottrina usata come pietre da scagliare contro, il peccato contro la povertà, il peccato contro la sinodalità/mancanza dell’ascolto, comunione e partecipazione di tutti.
Al termine di questa confessione di peccati, il Santo Padre rivolgerà, a nome di tutti i fedeli, la richiesta di perdono a Dio e alle sorelle e ai fratelli di tutta l’umanità.
La preghiera ecumenica
«Tra i frutti più significativi del Sinodo 2021-2024 vi è l’intensità dello slancio e della promessa ecumenica che lo contraddistingue» (Instrumentum laboris 2, 107). Infatti, durante tutto il processo sinodale, tanto nelle consultazioni locali che nelle assemblee continentali e nella Prima Sessione della xvi Assemblea, è stato sempre più forte il richiamo a proseguire sulla strada dell’unità e delle relazioni ecumeniche.
Per questo motivo il Santo Padre ha deciso di aumentare il numero dei delegati fraterni: la Seconda Sessione di ottobre 2024 accoglierà 16 rappresentanti di altre Chiese e comunioni cristiane invece dei 12 dello scorso anno.
Sulla scia della veglia ecumenica di preghiera «Together», tenutasi il 30 settembre 2023 alla vigilia dell’apertura del Sinodo e riconosciuta da molti come un momento storico, si è deciso di offrire un momento di preghiera ecumenica anche durante questa seconda Sessione per tutti i partecipanti al Sinodo, alla presenza del Santo Padre e dei delegati fraterni, nonché di altri rappresentanti ecumenici presenti a Roma.
Questa preghiera ecumenica si terrà l’11 ottobre 2024 dalle 19.00 alle 20.00 non lontano dall’Aula Sinodale, in piazza dei Protomartiri, il luogo dove, secondo una tradizione immemorabile, avvenne il martirio dell’Apostolo Pietro.
La data scelta è anche particolarmente simbolica, poiché segna l’anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano ii, avvenuta l’11 ottobre 1962. Questa preghiera sarà l’occasione per rendere grazie per tutti i frutti ecumenici che si sono sviluppati nello slancio del Concilio, sottolineando i 60 anni dalla pubblicazione della Costituzione dogmatica sulla Chiesa Lumen gentium e del Decreto sull’ecumenismo Unitatis redintegratio (21 novembre 1964).
Questa preghiera è stata preparata da un’équipe della Segreteria generale del Sinodo e del Dicastero per la Promozione dell’unità dei cristiani con i fratelli della Comunità di Taizé. Questi ultimi, come hanno fatto l’anno scorso per «Together», offrono anche a coloro che lo desiderano l’opportunità di organizzare preghiere ecumeniche locali in connessione con questa preghiera durante il Sinodo.
La preghiera sarà trasmessa in diretta dai media vaticani.
Presso la Curia dei gesuiti e l’Augustinianum
Quattro “forum teologico-pastorali” di approfondimento
Mercoledì 9 e mercoledì 16 ottobre, nell’ambito dei lavori della Seconda sessione della xvi Assemblea generale del Sinodo dei vescovi, dalle 18 alle 19.45 si svolgeranno quattro “forum teologico-pastorali” — ossia quattro riunioni aperte al pubblico — durante le quali saranno presentati, da diverse prospettive, alcuni aspetti di altrettanti temi rilevanti per il percorso dell’assemblea.
Nelle due giornate si svolgeranno contemporaneamente a Roma due forum, in due sedi diverse: l’Aula magna del Pontificio Istituto Patristico Augustinianum, in via Paolo vi 25, e l’Aula magna della Casa generalizia della Compagnia di Gesù, in Borgo Santo Spirito 4.
I temi scelti hanno una particolare rilevanza per la comprensione della vita della Chiesa e del suo volto sinodale missionario.
In ciascuno di essi saranno presenti due teologi/teologhe, un esperto/un’esperta di diritto canonico e un vescovo. Ciascun forum prevede due parti: brevi interventi dei relatori (quattro o cinque, ciascuno per 10/15 minuti); domande del pubblico e risposte dei relatori.
I nomi e il profilo dei relatori saranno pubblicati a tempo debito sul sito synod.va.
Mercoledì 9 i temi saranno, nella Curia dei gesuiti Il popolo di Dio, soggetto della missione e all’Augustinianum Il ruolo e l’autorità del Vescovo in una Chiesa sinodale. Mercoledì 16 nella prima sede si parlerà della Mutua relazione Chiesa locale-Chiesa universale e nella seconda di Esercizio del primato e Sinodo dei vescovi.
I forum intendono essere momenti di approfondimento per i partecipanti della xvi assemblea, offrendo loro una comprensione sintetica ma sufficientemente documentata dei quattro temi teologico-pastorali sopramenzionati, indicando anche i modi diversi e le varie sensibilità con cui, nella prospettiva della teologia cattolica, è possibile interpretarli e svilupparli.
Rispondono anche alla necessità, emersa nella Prima sessione, di continuare l’approfondimento teologico, canonistico e pastorale del significato della sinodalità per i diversi aspetti della fede della Chiesa (cfr. Relazione di Sintesi, 1.j) e di offrire a teologi e canonisti la possibilità di dare il loro apporto ai lavori (cfr. Relazione di Sintesi, 20.g). Oltre a tutti i partecipanti all’assemblea vi sono invitati i giornalisti accreditati presso la Sala stampa della Santa Sede. Altre persone interessate potranno partecipare, in presenza, in base ai posti disponibili. Per tutti sarà necessario procedere all’iscrizione ai forum nei modi che saranno indicati.