13 settembre 2024
La depersonalizzazione nelle carceri
«Il tuo bambino non esiste qui». Una frase agghiacciante che rimanda alla peggior forma di depersonalizzazione: quella dei minori in prigione. Siamo nel carcere minorile “Freedom Path” di El Salvador, e la denuncia arriva dall’organizzazione non governativa Human Rights Watch attraverso un recente rapporto. Due anni fa, la stessa ong aveva denunciato le condizioni dei carcerati nel sistema salvadoregno tramite un altro rapporto; poche settimane fa, ha deciso di porre al centro dell’attenzione i minori e le tragiche condizioni in cui sono costretti a vivere, subendo trattamenti depersonalizzanti, per l’appunto, piuttosto che un percorso di educazione e rieducazione. Quest’ultima è una funzione fondamentale per il reinserimento di un detenuto all’interno della società. ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati