Il 45° viaggio internazionale di Papa Francesco - Singapore
«Pregate per la Chiesa
Non ha voluto lasciare Singapore, Papa Francesco, prima di dare lui per primo un saluto e un abbraccio a malati e anziani, ai quali ha assicurato preghiere, vicinanza e il perdono dei peccati, chiedendo anche a loro di pregare per la Chiesa e l’umanità, perché — ha spiegato — «la preghiera vostra è molto importante».
Sono quelle persone che ormai si avviano verso il tramonto della vita ma che, come ha ripetuto il Pontefice più volte in questi giorni del 45° viaggio apostolico internazionale, sono la saggezza, la memoria, un tesoro da custodire e meritano, quindi, rispetto e dignità, non emarginazione.
Intorno alle 9.30 di stamane, venerdì 13 settembre, il Papa si è recato nella «St. Theresa’s Home», casa di riposo istituita 90 anni fa dalle Piccole Sorelle dei Poveri nella periferia della “Città del Leone” e guidata dall’agenzia no-profit Catholic Welfare Services (CWS), ma soprattutto luogo di cura e accoglienza. Attualmente ospita 200 persone, residenti permanentemente, come i centenari Goh, Vincent, Low Joo, Bertha e l’irresistibile Khung Seok, 105 anni, che ha accolto Francesco con un ampio sorriso e in mano le bandierine della Città del Vaticano e del Paese asiatico.
Una visita di meno di mezz’ora, prima dell’incontro interreligioso con i giovani nel Catholic Junior College e la partenza per Roma, con il Papa che ha girato lungo tutto il quadrato del patio dove si affacciano le stanze con i letti reclinabili, divisi dalle tende, e accanto tutto l’occorrente per garantire le cure agli ospiti.
Sono uomini e donne affetti da demenza senile, ritardi, Alzheimer, Parkinson o dalle conseguenze di un ictus. O che, a causa dell’età avanzata mostrano segni di debolezza e non riescono a ricevere il necessario supporto dalle famiglie. Questa mattina erano tutti disposti fuori dalle loro stanze, sulle sedie a rotelle dove era attaccata una targhetta con il loro nome. Francesco ha posato il suo sguardo su ognuno, salutando pure gli operatori. Poi si è fermato nella cappellina al centro del patio, accanto alla clinica dentale: lì lo attendevano l’arcivescovo emerito di Singapore, Nicholas Chia Yeck Joo, 86 anni, una religiosa, un francescano e tre sacerdoti in sedia a rotelle.
Uno in particolare, padre Anthony Hutjes, missionario tedesco della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria ormai in pensione, da circa quarant’anni a Singapore, dove è stato anche parroco della Blessed Sacrament Church.
Figura nota qui perché autore di una decina di pubblicazioni su fede, matrimonio e vita familiare, “father Antony”, come lo chiamano, ha consegnato al Papa un pacco con dentro i propri libri, dicendosi — in inglese — contento di «poter trascorrere un po’ di tempo insieme». Francesco gli ha stretto le mani e lo ha ringraziato per il regalo.
Da lì il trasferimento nella chiesetta di “Casa Santa Teresa” con il saluto del direttore che ha indicato la struttura come un «luogo di speranza». Quindi , illustrando rapidamente il lavoro svolto ogni giorno per anziani e malati, ha chiesto a Francesco di «benedire la residenza. Ne abbiamo bisogno».
A braccio Papa Bergoglio ha condiviso alcune parole con i presenti: altre file di carrozzine con anziani provenienti pure da altre case di ricovero gestite dal CWS come la Saint Joseph’s Home e la Villa Francis Home, che gridavano “W Papa, W Papa”, così come gli operatori della Casa all’esterno, disposti sui gradoni della cappella o sulle balconate. «Io saluto tutti voi che siete qui e vi chiedo di pregare per me, io prego per voi. Anche vi chiedo di pregare per la Chiesa e per l’umanità. La preghiera vostra è molto importante davanti a Dio» ha detto Francesco.
«Dio è contento di sentire la preghiera vostra. Grazie tante della vostra pazienza e della vostra preghiera» ha aggiunto il Pontefice prima di dare la benedizione.
Infine guardando il gruppo davanti ai suoi occhi, ha voluto aggiungere un altro passaggio sempre a braccio: «Adesso con questa benedizione il Signore si manifesta vicino a voi. Il Signore perdona tutto sempre e io manifesto nel nome del Signore il perdono a tutti voi».
L’incontro si è concluso con un’Ave Maria, il passaggio del Papa nel corridoio centrale con un saluto ai presenti e una foto di gruppo davanti alla facciata verde acqua e arancione con una statua della Madonna, insieme a chi lavora o è ospite nella Saint Theresa’s Home.
Francesco ha benedetto una targa per il “Catholic Hub”, ovvero lo spazio in cui verrà riqualificata la Saint Theresa’s Home che, invece, si trasferirà in una struttura di assistenza più grande chiamata Saint Theresa’s Village. Il “Catholic Hub” ospiterà le principali organizzazioni dell’arcidiocesi di Singapore, un centro congressi e per ritiri, una casa per il clero anziano.
Applausi e di nuovo cori hanno accompagnato il passaggio dell’utilitaria bianca verso il cancello. In sottofondo, solo la voce tonante di Vincent che, in un italiano dal forte accento inglese, ha gridato: «Ciao ciao Papa, arrivederci», suscitando le risate e gli applausi di tutti.
da Singapore
Salvatore Cernuzio