· Città del Vaticano ·

L’Università di Betlemme incontra a Roma gli ambasciatori presso la Santa Sede

Faro di speranza

  Faro di speranza  QUO-207
13 settembre 2024

«L’Università di Betlemme è più di un’università. È un faro di speranza per il popolo palestinese e per le persone di tutte le fedi del mondo che hanno a cuore la Terra Santa e il suo popolo. Forma i futuri leader, che svolgeranno un ruolo vitale nella ricostruzione delle loro comunità e nella promozione della pace in Medio Oriente». Ad affermarlo è il padre lasalliano Jack Curran, vice presidente per lo Sviluppo dell’ateneo, durante l’incontro che si è svolto ieri, giovedì, a Roma tra i rappresentanti dell’unica università cattolica della Palestina e gli ambasciatori presso la Santa Sede, in un focus sulla drammatica realtà degli studenti e sulle loro sfide, aumentate in modo significativo dopo la crisi.

Fondata nel 1973 dalla Santa Sede e dall’Istituto dei Fratelli delle scuole cristiane in risposta alla richiesta del popolo palestinese, in questo periodo di guerra e di instabilità l’Università di Betlemme — si legge in un comunicato per l’evento — continua a fornire «un’ancora di salvezza educativa agli studenti e alle loro famiglie. Per molti, infatti, l’università non è solo un luogo di crescita accademica ma anche un rifugio sicuro dal conflitto che li circonda, grazie al suo impegno costante nella ricerca della verità, nel progresso della giustizia sociale, nella promozione della pace e della comprensione». L’Università di Betlemme «rimane un pilastro di forza e resilienza per gli studenti palestinesi in questi tempi turbolenti — ha ribadito padre Armin Luistro, superiore generale dei Fratelli delle scuole cristiane — ed è urgente contribuire a rafforzare la sua narrazione e sostenere il suo percorso».

L’incontro ha evidenziato la necessità di sensibilizzare e sostenere a livello globale l’Università di Betlemme, non solo come istituto di istruzione superiore ma anche come forza di pace e progresso in una regione segnata dal conflitto. Gli ambasciatori sono stati incoraggiati a condividere la storia dell’università nelle loro reti internazionali, in modo da intensificare il suo impatto sugli studenti palestinesi e sulla comunità globale. «L’istruzione — ha sottolineato fratel Hector Hernán Santos González, rettore dell’Università di Betlemme — è sempre uno strumento fondamentale per la speranza e il cambiamento e, a maggior ragione, in tempi di guerra, l’Università di Betlemme offre agli studenti palestinesi l’opportunità di immaginare e costruire un futuro di pace, nonostante l’occupazione e la violenza che subiscono».

Situata nel cuore di Betlemme, a soli 500 metri dal Tempio della Natività, l’ateneo serve un corpo studentesco eterogeneo di cristiani e musulmani, si legge ancora nel comunicato, «e offre un’ampia gamma di programmi accademici che promuovono la pace, il dialogo e lo sviluppo della comunità, preparando gli studenti a svolgere varie professioni con competenza, fiducia e carattere».

di Michele Raviart