12 settembre 2024
Sono scritte con una levità poetica difficile da dimenticare, queste pagine agghiaccianti. Con durezza crescente man mano che i tasselli si mettono a fuoco, narrano un mondo disperato e crudele, retto dalle leggi primordiali della sopravvivenza. Fame e povertà guidano ogni norma, ogni scelta, determinano ogni tradizione («Al villaggio non c’era azione più nefanda che rubare il cibo. Chi la commetteva era condannato alla pena più severa»). Il desiderio di non soccombere, costi quel che costi, serpeggia così nelle tante gradazioni possibili.
In un tempo imprecisato in un villaggio rurale dello Shinshū, antica provincia del Giappone centrale (all’incirca l’attuale prefettura di Nagano) vive Orin, con il figlio vedovo Tatsuhei e i quattro nipoti. Costei, trovandosi sulla soglia dei settanta ...
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