«Fare il cristiano non è un mestiere comodo», lo diceva don Primo Mazzolari. E il cristianesimo, quello vero, coerente, non è affatto facile! Seguire Cristo non è stato inventato come anestetico alle nostre paure.
Altro che «cristianesimo come oppio dei popoli»! È piuttosto, liquido infiammabile sulle nostre debolezze umane. Avete sentito il Vangelo: Gesù cammina avanti pensando alla Croce. Gli Apostoli camminano dietro discutendo di potere, di prestigio, di carriera. Gli camminano dietro, ma non lo “seguono”!
Quanti di noi, che ci diciamo seguaci di Cristo, abbiamo ribaltato la logica del Vangelo? Quanti di noi sgomitiamo per un avanzamento, una promozione? Ma la via indicata da Gesù è una via per spiriti forti: quella che va giù per salire su!
Il programma è “farsi servo”. I veri grandi sono coloro che servono gli altri e non si servono degli altri. Volete essere primi? Siate gli ultimi! Volete essere grandi? Fatevi piccoli! Volete dominare? Fatevi servi! Qualcuno ha detto: «Siate servi di tutti, ma schiavi di nessuno!» (don Giuseppe Quadrio).
E Gesù offre un’immagine: un bambino. Non si tratta di tornare bambini, ma di «diventare come bambini». «Il bambino è un bellissimo punto di partenza per l’uomo» (D. Herold).
Dobbiamo saper ritrovare il gusto dello stupore, l’innocenza, la genuinità dei bambini. Ripensando a quanto scriveva Giacomo Leopardi: «I fanciulli trovano il tutto nel nulla; gli uomini il nulla nel tutto».
di Leonardo Sapienza
Il Vangelo in tasca
Domenica 22 settembre
XXV del Tempo ordinario
Prima lettura: Sap 2, 12.17-20;
Salmo: 53
Seconda lettura: Gc 3, 16 - 4, 3;
Vangelo: Mc 9, 30-37.