Abbracciare tutti
E all’omelia della messa elogia la società e la Chiesa locali «così etnicamente varie e al tempo stesso unite e solidali»
Il “tessuto” di Singapore è fatto di reti: non solo quelle della tecnologia, ma anche e soprattutto quella di un’umanità multietnica, multiculturale e multireligiosa che qui, in questa città-Stato dell’Oriente, vive e si incontra. Il messaggio espresso da Papa Francesco durante la sua seconda giornata nel Paese asiatico ha, al suo cuore, il principio dell’armonia, dell’equilibrio tra lo sviluppo della modernità e la tenerezza, la cura nei confronti del prossimo e del creato.
Nei due discorsi pubblici pronunciati oggi, 12 settembre — il primo nell’incontro con le autorità, la società civile e il corpo diplomatico, e il secondo durante la messa nello stadio nazionale — il Pontefice non ha mancato di evidenziare come anche le più «ardite architetture» realizzate dall’uomo, anche i progetti più ambiziosi siano nulla senza l’amore. È l’amore, infatti, che edifica e «l’edificio più bello, il tesoro più prezioso, l’investimento più redditizio agli occhi di Dio siamo tutti noi: figli amati dello stesso Padre». E nel secondo, l’omelia durante la messa nella memoria del Santissimo Nome di Maria, ha evidenziato l’importanza di abbracciare tutti senza preferenze né differenze.
Domani, 13 settembre, sarà l’ultima giornata di questo 45° viaggio apostolico e quando in Italia sarà ancora notte fonda, Francesco avrà tre diversi appuntamenti: con i vescovi, i sacerdoti e i consacrati; con un gruppo di anziani e di malati, e con i giovani, per un momento interreligioso. Infine, mentre il sole sorgerà su Roma, il volo papale lascerà l’Asia alla volta dell’Italia, dove l’arrivo è previsto in serata.