Come sensibilizzare sulla cura della nostra casa comune? In che modo sentire l’esortazione apostolica Christus vivit nella vita quotidiana? Cosa fare per ristabilire le nostre famiglie come centro della formazione alla fede? E cosa fare affinché i social media siano “ponti” in una cultura di tolleranza e dialogo? Hanno toccato temi diversi e sostanziali, le due ragazze e i due ragazzi intervenuti per testimoniare il loro vissuto dinanzi a Papa Francesco nel corso dell’incontro al Centro de Convenções di Díli
A prendere la parola per prima è stata Rogéria dos S. X. Baptista, che abita nella capitale timorese dopo aver vissuto in campagna: «Quando mi sono trasferita ho visto le fogne piene di sporcizia e molti alberi sulle colline decimati». In caso di piogge abbondanti, la ragazza ha ricordato gli allagamenti che in tanti casi provocano vittime. «Questo accade perché non mettiamo i rifiuti al loro posto e disboschiamo le foreste senza controllo» ha riflettuto, raccontando come mediante la formazione sull’enciclica Laudato si’ si sia resa conto di quanto «il nostro comportamento abbia contribuito ad avere un impatto negativo sulla nostra casa comune».
Cecília Efranio Bonaparte ha condiviso con il Santo Padre l’esperienza di essere cresciuta, da bambina, in una famiglia unita: «Mangiavamo e pregavamo sempre insieme, i nostri genitori ci accompagnavano e ci insegnavano a essere buoni cristiani».
Eppure, ha continuato, «il ruolo della famiglia come centro della fede si sta perdendo» e in generale «la comunicazione familiare si sta deteriorando», perché «tutti sono spesso impegnati con il proprio cellulare» e se è vero che «chi è lontano diventa vicino», in tal modo «chi è vicino diventa lontano».
Ha testimoniato la realtà di una autentica convivenza religiosa pacifica nel piccolo Paese asiatico Ilham Mahfot Bazher, giovane musulmano che ha espresso gratitudine per il Documento sulla Fratellanza Umana, una «guida per vivere nella tolleranza» e ha chiesto a Papa Francesco un messaggio ai giovani, affinché siano più responsabili nell’uso dei social media e, attraverso di essi, sappiano vivere in una cultura di dialogo.
Infine, il Pontefice ha ascoltato la testimonianza di Nelson M. da Conceição, che ha partecipato a una formazione spirituale basata sullaChristus vivit e ha raccontato come, nonostante l’impegno a essere più fraterni e solidali, ci siano ancora tanti giovani che commettono facilmente atti di violenza.