Alle nuove generazioni
La questione ambientale, il ruolo della famiglia e il valore del matrimonio, l’impatto e la responsabilità dei social media, le arti marziali e la violenza: è su questi temi che i giovani di Timor Leste hanno puntato le testimonianze e rivolto domande a Papa Francesco, che a loro ha voluto dedicare l’ultimo incontro della visita del Paese prima di partire per Singapore, tappa conclusiva del lungo viaggio apostolico in Asia e Oceania.
Un incontro con i toni della festa, e non poteva essere altrimenti, visto l’entusiasmo prorompente dei presenti, ma anche l’attenzione dell’ascolto e il raccoglimento n nella preghiera.
L’incontro si è svolto la mattina di mercoledì 11 settembre presso il Centro de Convenções di Díli, un edificio storico risalente agli anni ’60, costruito in stile coloniale portoghese. Un tempo era il mercato municipale della città e oggi è stato ristrutturato e riadattato come Centro Congressi della capitale. Il Papa vi è arrivato dopo essersi congedato dal personale e dai benefattori della nunziatura apostolica, dove ha risieduto durante la permanenza nella capitale, lasciando in dono un mosaico con lo stemma del suo pontificato, una formella della medaglia del viaggio e un calice.
L’appuntamento con i giovani era nella Sala Grande de Conferencia, dove all’interno erano radunati mille giovani, mentre altri duemila hanno assistito dagli schermi. All’arrivo del Pontefice tutti insieme hanno scatenato il loro entusiasmo.
Il Papa è stato accolto da don Francisco Indra do Nascimento, responsabile della Commissione nazionale cattolica per la gioventù di Timor Leste e da alcuni giovani che gli hanno offerto una sciarpa tradizionale (tais) e un mazzo di fiori.
Raggiunto il palco, Francesco ha benedetto una statua della Madonna, sostando brevemente in silenziosa preghiera, accompagnato poi dall’Ave Maria recitata dai presenti.
Nel suo saluto al Pontefice, don Indra do Nascimento ha sintetizzato gli obiettivi della commissione con una frase: «Aiutare i giovani a diventare buoni cattolici e buoni cittadini». A tale scopo vengono organizzati incontri basati sull’esortazione apostolica postsinodale Christus vivit e ogni anno una Giornata nazionale della gioventù, la cui icona è la grande croce dei giovani, ispirata a quella della Gmg.
È stata poi la volta delle testimonianze, tutte con delle domande al Pontefice. Rogéria dos S. X. Baptista ha parlato della tutela dell’ambiente, puntando l’attenzione in particolare sul tema dei rifiuti, ma toccando anche il grande problema del disboscamento delle foreste. E ha chiesto a Francesco quali saranno gli effetti dei comportamenti sconsiderati nei confronti del creato e come fare per sensibilizzare su questi temi. Cecília Efranio Bonaparte ha invece trattato del ruolo della famiglia in un mondo sempre più tecnologico, chiedendo in che modo si possono rimettere le famiglie al centro della formazione e come possono fare i giovani a prepararsi bene al matrimonio.
Dopo un canto tradizionale ha preso la parola Ilham Mahfot Bazher, un giovane musulmano che ha evidenziato la tolleranza religiosa che sperimenta a Timor Leste, esprimendo gratitudine per il Documento sulla Fratellanza Umana. Al Papa ha chiesto come possono i giovani essere più responsabili nell’uso dei social media ed essere, attraverso essi, capaci di costruire ponti e vivere in una cultura di tolleranza e di dialogo tra le religioni. Infine Nelson M. da Conceição ha parlato del problema della violenza giovanile legata alle arti marziali e a gruppi rituali, domandando come vivere la Christus vivit nel quotidiano e come questo documento possa ispirare i giovani timoresi a essere più fraterni e solidali.
Temi e domande ripresi dal Papa, che nel suo discorso si è detto felice di questo incontro perché i giovani sono la maggioranza della popolazione di questo Paese, «una popolazione che sa sorridere». E ai giovani ha chiesto di non disperdere gli sforzi fatti da chi li ha preceduti, che «con tanto sacrificio hanno consolidato questa Nazione». Tre i principi fondamentali che il Pontefice ha ricordato ai giovani timoresi: «libertà, impegno, fraternità». Libertà non è semplicemente fare quel che si vuole — ha spiegato Francesco — ma essere responsabili e impegnarsi, anche nella cura della casa comune e dell’unità della famiglia. Allo stesso modo, Bergoglio ha esortato i ragazzi ad «essere fratelli, non nemici», promuovendo la riconciliazione e la convivenza tra tutte le differenze. Infine, l’invito a «fare chiasso» e a rispettare gli anziani.
Al discorso del Papa è seguito un momento di preghiera concluso con la benedizione da parte di Francesco, al quale sono stati offerti alcuni doni. Al termine dell’incontro il Pontefice ha raggiunto l’ingresso principale, dove due giovani gli hanno offerto delle colombe da liberare come simbolo di pace. Quindi sul piazzale ha saluto gli oltre 1.500 giovani presenti.
Poi, come all’arrivo, il tragitto in auto verso l’aeroporto è stato l’ennesima testimonianza di affetto a Francesco, con migliaia di persone ai bordi della strada a dargli l’ultimo caloroso saluto di Timor Leste e dirgli grazie per i tre giorni indimenticabili — decretati festa nazionale dalle autorità — che ha regalato loro e a questa piccola e giovane nazione.
All’aeroporto Internazionale di Díli “Presidente Nicolau Lobato”, dove si è svolta la cerimonia di congedo, il Papa è stato accolto dal presidente della Repubblica, José Ramos-Horta, e dal primo ministro Xanana Gusmão, nella Vip lounge, dove hanno avuto un breve colloquio. Prima di imbarcarsi, Francesco ha salutato il cardinale arcivescovo di Díli, Virgilio do Carmo da Silva, con il seguito locale, e la delegazione timorese. L’aereo papale è decollato alle ore 12.25 (quando in Italia erano le 5.25) con destinazione Singapore, ultima tappa di questo lungo e intenso viaggio in Asia e in Oceania.
dal nostro inviato
Gaetano Vallini