«L’Associazione delle Istituzioni Missionarie Laiche (Alma) è stata fondata l’8 settembre 1960 a Madiu, in Indonesia, dal lazzarista Paulus Hendrikus Janssen» e proprio «due giorni fa abbiamo celebrato il 60° anniversario»: così la superiora della comunità suor Getrudis Bidi ha presentato al Papa la storia della realtà da lei diretta.
«Alma ha iniziato il lavoro missionario a Timor Leste il 14 ottobre 2004 — ha aggiunto la religiosa —. Il carisma e lo stile di vita consistono nel restare accanto ai poveri, ai disabili e agli abbandonati, nella stessa casa, nella stessa stanza, condividendo la stessa tavola, pregando insieme, con un solo cuore e una sola anima, senza nessun favoritismo, e diventando madri e padri dei bambini che Dio ci ha affidato».
I piccoli, ha detto ancora suor Bidi, «che serviamo a Timor Leste affrontano diverse limitazioni e sono sordomuti, disabili mentali, con sindrome di Down, anomalie fisiche, ciechi, autistici, trascurati, malnutriti e persone inermi e svantaggiate. Sono i nostri tesori più preziosi».
I sogni e gli obiettivi della missione di Alma sono quelli di rendere il Vangelo reale nel mondo di oggi. «Come ha detto Gesù — ha rimarcato la superiora —: “tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me”. Anche Sua Santità ha detto: “I poveri ci salvano perché ci permettono di incontrare il volto di Cristo”. Grazie, Santo Padre, per gli insegnamenti e l’esempio di vita che ci ha dato».
Quindi suor Bidi ha ricordato come «nello spirito di san Vincenzo de’ Paoli e di san Francesco d’Assisi», il fondatore padre Janssen «ci ha regalato la Preghiera del Servo dell’Amore, che preghiamo ogni giorno: è nel servire i poveri che troviamo Dio stesso per sempre».
Infine ha così concluso: «la sua visita è una benedizione sia per la Chiesa sia per il nostro amato Paese; possa ispirarci ad amare di più i poveri e ad approfondire la nostra fede in Dio. Insieme ai bambini, preghiamo affinché il Santo Padre possa ricevere dal nostro Dio una buona salute. È il nostro cuore che parla».