Il calore di una folla immensa nel Paese asiatico
Una folla immensa, decine di migliaia di persone, impossibile dire quante, lungo i sei chilometri che separano l’aeroporto di Díli dalla sede della nunziatura apostolica: così, con un entusiasmo contenuto a fatica dalle forze dell’ordine, tra grida, canti, danze e una infinità di magliette bianche con il logo e il motto della visita papale, indossate soprattutto dai più giovani, tantissimi, Timor Leste ha dato il benvenuto a Francesco nel pomeriggio di lunedì 9 settembre, inizio di una visita che per questa giovane nazione è considerata un evento storico.
Del resto in questo Paese il 98 per cento della popolazione, che conta 1.340.000 abitanti, è cattolica: un unicum nell’intero continente asiatico e probabilmente nel mondo.
Non stupisce, quindi, che Timor Leste abbia atteso con particolare trepidazione Francesco: l’unica visita di un Pontefice qui fu di Giovanni Paolo ii nell’ottobre 1989, quando la parte orientale dell’isola di Timor era ancora una provincia indonesiana. Oggi, invece, il Papa è arrivato in una nazione libera. E i primi a porgergli il benvenuto all’aeroporto internazionale “Presidente Nicolau Lobato”, dopo che il nunzio apostolico, arcivescovo Wojciech Załuski, e il capo del Protocollo gli hanno porto a bordo dell’aereo il primo saluto, sono stati due bambini in abito tradizionale, offrendogli dei fiori e mettendogli al collo una sciarpa tradizionale tais.
Ad accogliere Francesco è stato il presidente della Repubblica, José Ramos-Horta, con il primo ministro, Kay Rala Xanana Gusmão, presente anche il cardinale arcivescovo di Díli, Virgilio do Carmo da Silva. Presidente e premier hanno accompagnato il Pontefice alla Vip lounge dove, prima del congedo, i tre si sono intrattenuti per un breve colloquio.
Lungo il percorso verso la sala Francesco ha ricevuto il saluto caloroso e colorato di 14 persone in abiti tradizionali, in rappresentanza dei 14 municipi del Paese.
Lasciato l’aeroporto, come detto, il Papa ha raggiunto in auto, attorniato da due ali di folla, la nunziatura apostolica, situata accanto alla storica chiesa di Sant’António de Motael, nel centro della capitale, e inaugurata nel 2022, ventesimo anniversario dell’indipendenza e dell’instaurazione delle relazioni diplomatiche con la Santa Sede; un edificio totalmente “green” in accordo con gli insegnamenti della enciclica bergogliana Laudato si’.
Con il massimo degli onori la cerimonia di benvenuto svoltasi successivamente nel cortile antistante il palazzo presidenziale “Nicolau Lobato”, dove Francesco, oltrepassato il cancello principale, ha ricevuto il saluto dei muradores, la guardia tradizionale che qui presta servizio. Raggiunto l’ingresso, è stato accolto dal presidente e da lì il Pontefice ha assistito all’esecuzione degli inni nazionali da parte della banda militare e cantati dal Coro Santa Cecilia, mentre venivano sparati 21 colpi di cannone, e alla parata della guardia d’onore.
Prima della presentazione delle delegazioni, il Papa ha ricevuto anche il benvenuto di 29 bambini in abiti tradizionali, tre dei quali gli hanno offerto dei fiori e una tais.
Il capo dello Stato e il Papa si sono quindi spostati nel “Salão Cplp” per l’incontro privato. Ma prima Francesco ha firmato il libro d’onore sul quale ha scritto: «Agradezco al Señor que me ha traido hasta Timor-Leste y animo a su Pueblo a vivir la alegría de la fe en armonía y diálogo con la cultura. Lo mejor y lo más lindo che tiene Timor-Leste es su pueblo. Los bendigo de corazón». Suggestivo alle spalle del Pontefice un grande dipinto con quattro scene dedicate all’arrivo dei missionari a Timor Leste, ai primi edifici di culto da loro costruiti, alla visita di Papa Wojtyła e al primo cardinale del Paese, l’attuale arcivescovo di Díli.
L’incontro con le autorità, il corpo diplomatico e i rappresentanti della società civile, circa 400 persone, si è svolto nel “Salão China”, sulle cui pareti campeggiano le foto di alcuni eroi della rivoluzione. Qui, porgendo il suo saluto al Papa, ringraziandolo per la sua presenza, il presidente Ramos-Horta — che dell’indipendenza nazionale è stato uno dei principali artefici ed è stato insignito del premio Nobel per la pace — ricorda tra l’altro il 25° anniversario della “Consultazione Popolare” mediata dall’Onu e della missione di pace Interfet, nonché il 35° della vista di Giovanni Paolo ii , che inserì «la causa dell’autodeterminazione di Timor Leste nell’agenda globale». Il capo dello Stato quindi ha espresso la profonda gratitudine a Papa Bergoglio e alla Chiesa cattolica, auspicando che il messaggio di pace, riconciliazione e speranza del Pontefice ispiri i leader del mondo a porre fine a conflitti e a combattere la povertà, la fame e l’ingiustizia nel mondo intero. Infine ha sottolineato in particolare l’adozione del Documento sulla Fratellanza Umana da parte di Timor Leste e il successivo sviluppo di iniziative in ambito pedagogico per integrare la Dichiarazione nel curriculum nazionale dell’istruzione.
Un atto, questo, di cui ha parlato anche il Pontefice nel suo discorso, congratulandosi per l’importante decisione. Dopo aver ringraziato per l’accoglienza, Francesco ha ripercorso brevemente la storia del Paese, sottolineandone i momenti più tragici. Ma al contempo ha evidenziato come esso ha saputo però risorgere, ritrovando un cammino di pace e di apertura a una nuova fase che mira a migliorare le condizioni di vita e a valorizzare lo splendore incontaminato di questo territorio. Auspicando, inoltre, che la fede che ha illuminato e sostenuto il popolo nel passato, continui a ispirare il presente e il futuro: «Que vossa fé seja a vossa cultura!» ha detto, citando il motto della visita.
L’incontro si è concluso con lo scambio dei doni — una formella della medaglia del viaggio e una medaglia d’oro del Pontificato quelli di Francesco — e la foto ufficiale. Prima di lasciare il palazzo presidenziale, Francesco ha posto una firma sul citato dipinto che ricorda i momenti salienti della storia della Chiesa e del Paese. E ha benedetto i dipendenti del palazzo con le loro famiglie e gli alunni di alcune scuole, radunati nel cortile antistante l’ingresso principale. Poi, come nel tragitto dell’arrivo, per il Papa c’è stato un altro bagno di folla fino alla sede della rappresentanza pontificia, sua residenza qui a Timor Leste, dove resta fino a mercoledì prossimo.
dal nostro inviato
Gaetano Vallini