Una fioritura preziosa
«Forse che il mondo attuale sia così destabilizzante e angosciante al punto che la religione appare come l’ultimo rifugio dei giovani?». La domanda, e il dubbio, sono di quelli che pesano. A firmare un editoriale sul laicissimo Libération, quotidiano francese che non fa mistero della sua distanza dal dato religioso, è stata nei giorni scorsi Alexandra Schwartzbrod. Che ha preso atto di una tendenza molto precisa: «Si tratta di una delle numerose sorprese degli ultimi mesi: la Chiesa cattolica (in Francia, ndr) attira sempre più giovani, se si crede all’esplosione delle domande di battesimi in questa porzione di popolazione negli ultimi cinque anni».
Quello che Schwartzbrod adombra, del resto, è proprio lo stupore che non solo coglie il non credente, ma che meraviglia anche il cristiano: anche di fronte alla povertà della testimonianza dei credenti, che a volte diventa vera e propria controtestimonianza, l’uomo e la donna del nostro tempo percepiscono la meraviglia di una chiamata di Dio ad una vita piena in Cristo, dentro una comunità di fratelli e di sorelle. Schwartzbrod sintetizza così questo stupore: «Per uno spirito razionale, è evidentemente sconvolgente, sopratutto se si pensa ai molteplici scandali, in particolare quelli legati alla pedofilia, che hanno finito per coinvolgere l’istituzione».
Del resto, il caso francese non è isolato — i numeri comunicati dalla Conferenza episcopale di Parigi sono del resto una conferma dello stupore di Libération: il numero di adulti battezzati nell’ultima Pasqua è aumentato del 30,8% rispetto al 2023. Dieci diocesi francesi hanno avuto il doppio di catecumeni rispetto all’anno precedente. Ben il 36% di quanti hanno chiesto il battesimo (in totale 12 mila francesi) hanno tra i 18 e i 25 anni.
Se si allarga lo sguardo in altri contesti, si nota qualcosa di simile: in Nigeria, per esempio, nella diocesi di Katsina, una delle diocesi dove i cristiani sono sempre più vittime di atti violenti di carattere interetnico, la scorsa Pasqua ha visto oltre 700 nuovi cristiani. Anche qui si può evidenziare un paradosso: cosa porta persone non cristiane a diventarlo quando far parte di tale comunità significa finire nel mirino di violenti e fondamentalisti?.
In Francia come in Nigeria, lo stupore di questa semina di Dio rimane un dono, come scrive l’Agenzia Fides dei nuovi cristiani in Cina: «Una fioritura silenziosa e preziosa del dono della fede». Cui sembra fare eco l’editoriale di Libération: «Questa tendenza non deve essere presa alla leggera, dice molto sull’assenza di fede nel futuro dei più giovani e soprattutto un bisogno di ancoraggio e di speranza». Già, perché quelle di Dio non sono le vie degli uomini. E il famoso “tesoro in vasi di creta” di san Paolo non era una trovata poetica dell’apostolo di Tarso, ma una realtà solida e invincibile, come la grazia riversata con un filo d’acqua sul capo di quanti hanno detto “sì” al dono dello Spirito.
di Lorenzo Fazzini