Il 45° viaggio apostolico di Papa Francesco - Papua Nuova Guinea
Nessuno è un peso
Nel pomeriggio (mattino in Italia) di sabato 7 settembre lasciata la nunziatura apostolica, il Santo Padre si è trasferito in automobile alla Caritas Technical Secondary School di Port Moresby per incontrare i bimbi e i ragazzi assistiti da “Street Ministry”, organizzazione non governativa per i bambini di strada istituita dall’arcidiocesi, e “Callan Services”, rete di servizi dei Fratelli cristiani per persone con disabilità. Dopo il benvenuto del cardinale arcivescovo John Ribat, Papa Francesco ha risposto alle domande rivoltegli da due bambini in abiti tradizionali indigeni.
Complimenti a voi che avete cantato e ballato: lo fate bene!
Carissimi sorelle e fratelli, buonasera!
Saluto Sua Eminenza, che ringrazio per le parole che mi ha rivolto, la Superiora della Comunità, la Direttrice, tutti i presenti, laici e religiosi, e specialmente voi bambini, che siete meravigliosi!
Sono molto contento di incontrarvi e di condividere con voi questo momento di festa. Ringrazio anche i vostri compagni, che mi hanno fatto due domande impegnative.
Uno di loro mi ha chiesto: «Perché non sono come gli altri?». Davvero mi viene una sola risposta a questa domanda ed è: «Perché nessuno di noi è come gli altri: perché siamo tutti unici davanti a Dio!». Perciò, non solo confermo che “c’è speranza per tutti” — come è stato detto — ma aggiungo anche che ciascuno di noi, nel mondo, ha un ruolo e una missione che nessun altro può svolgere e che questo, anche se comporta delle fatiche, dona allo stesso tempo un mare di gioia, in modo diverso per ogni persona. La pace e la gioia è per tutti.
È vero, tutti abbiamo dei limiti, delle cose che sappiamo fare meglio, e altre che invece facciamo fatica o non possiamo fare mai, ma non è questo che determina la nostra felicità: piuttosto è l’amore che mettiamo in qualsiasi cosa facciamo, doniamo e riceviamo. Donare amore, sempre, e accogliere a braccia aperte l’amore che riceviamo dalle persone che ci vogliono bene: è questa la cosa più bella e più importante della nostra vita, in qualsiasi condizione e per qualsiasi persona… anche per il Papa, sapete? La nostra gioia non dipende da altro: la nostra gioia dipende dall’amore!
E questo ci porta all’altra domanda: «Come possiamo rendere più bello e felice il nostro mondo?». Certamente con la stessa “ricetta”: imparando giorno per giorno ad amare Dio e gli altri con tutto il cuore! E cercando di apprendere — anche a scuola — tutto quello che possiamo, per farlo nel modo migliore, studiando e impegnandoci al massimo in ogni opportunità che ci viene offerta per crescere, migliorare e affinare i nostri doni e le nostre capacità.
Avete mai visto come si prepara un gatto quando deve fare un bel salto? Prima si concentra e punta tutte le sue forze e i suoi muscoli nella direzione giusta. Magari lo fa in un momento veloce, e non lo notiamo nemmeno, ma lo fa. E così anche noi: concentrare tutte le nostre forze sulla meta, che è l’amore di Gesù e in Lui per tutti i fratelli e le sorelle che incontriamo sulla nostra strada, e poi con slancio riempire tutto e tutti con il nostro affetto! In questo senso, nessuno di noi è “di peso” — come avete detto —: tutti siamo doni bellissimi di Dio, un tesoro gli uni per gli altri!
Grazie, bambini, grazie tante per questo incontro, e grazie a tutti voi che lavorate insieme, qui, con amore. Tenete sempre accesa questa luce, che è un segno di speranza non solo per voi, ma per tutti quelli che incontrate, e pure per il nostro mondo, a volte tanto egoista e preoccupato delle cose che non contano. Tenete accesa la luce dell’amore! E, mi raccomando, pregate anche per me!
Il saluto del cardinale arcivescovo di Port Moresby
Gesù non punta mai il dito
«Gesù non punta il dito contro nessuno, ma apre le braccia e accoglie tutti»: nel suo saluto a Francesco, l’arcivescovo di Port Moresby, cardinale John Ribat, ha ricordato le parole del Pontefice su una Chiesa accogliente per tutti. Parole che, ha detto, offrono «la motivazione per vivere con i vulnerabili nella nostra società» e per promuovere «la giustizia e la pace tra i popoli». Il porporato ha quindi definito la visita del Santo Padre nel Paese come «un’esperienza unica» e incoraggiante: «In un’epoca di grandi progressi scientifici e tecnologici — ha concluso —, la Chiesa mantiene vive le nostre speranze accompagnandoci e guidandoci nella vita».