· Città del Vaticano ·

Spunti di riflessione

Non basta “sapere” Dio

 Non basta “sapere” Dio  QUO-200
05 settembre 2024

La liturgia ci ricorda, in modo inequivocabile, che se siamo cristiani, da cristiani dobbiamo vivere. Dobbiamo, cioè, dimostrare con la nostra vita, con i nostri sentimenti, che essere seguaci di Cristo non è un attributo insignificante!

Dobbiamo cercare di essere cristiani non per abitudine, o solo perché viviamo in una società cosiddetta cristiana, ma per coerenza con le nostre convinzioni interiori. Coerenza è quella virtù per cui uno agisce come pensa e pensa come agisce.

Non ha senso dire, e poi non fare! Avete sentito la seconda lettura: la fede senza le opere è morta! «Ben fatto è meglio che ben detto» (Benjamin Franklin). Non basta “sapere” Dio. Non serve dire una spiegazione di Dio e della nostra fede (Vangelo). Bisogna essere disposti ad accettare Dio, con tutti i suoi scandali e le sue contraddizioni e le sue esigenze!

Non basta conoscere la Parola di Dio: bisogna viverla! Invece di perderci in chiacchiere, perdiamoci nei fatti! Non si può essere cristiani solo di nome, ma lo si deve essere di fatto, nella realtà interiore dell’anima, nello stile esteriore della vita.

Cristo promette solo la Croce, cioè un impegno serio, sofferto; e questo è difficile da accettare! E noi non possiamo cercare sconti, o scorciatoie, o accomodamenti e compromessi.

Siamo invitati ad uscire dalla mediocrità, dalla superficialità, dal doppio gioco. Una vita cristiana insignificante, oggi non ha più nulla di valido da dire a nessuno!

Se ci adeguiamo alle mode passeggere; se diventiamo come i camaleonti; se ci abbandoniamo al compromesso, siamo finiti come cristiani e come uomini! Cerchiamo di adattare le cose a noi, e non noi alle cose. Per questo, ricordiamo che il cristiano è un uomo di “carattere”. E «chi non ha carattere non è un uomo: è una cosa!» (Nicholas de Chamfort).

di Leonardo Sapienza
 

Il Vangelo in tasca

Domenica 15 settembre, XXIV del Tempo ordinario
Prima lettura: Is 50, 5-9a
Salmo: 114
Seconda lettura: Gc 2, 14-18
Vangelo: Mc 8,27-33