· Città del Vaticano ·

L’abbraccio a orfani poveri e rifugiati

 L’abbraccio a orfani  poveri e rifugiati   QUO-198
03 settembre 2024

È iniziata nel segno degli orfani, degli anziani, dei poveri e dei rifugiati, incarnazione di quella “cultura dello scarto” da sempre denunciata, la visita di Papa Francesco in Indonesia. Atterrato all’aeroporto “Soekarno-Hatta” della capitale Jakarta, il Pontefice si è diretto alla nunziatura apostolica, sua residenza durante la tappa indonesiana del viaggio in Asia e Oceania. Varcata la soglia della rappresentanza pontificia, a salutare il vescovo di Roma c’erano quaranta persone, tutte sedute a cerchio nel salone, accompagnate da chi le assiste quotidianamente e cerca di sopperire a mancanze e soddisfare bisogni: le suore domenicane, il Jesuit Refugee Service (Jrs) e la Comunità di Sant’Egidio. In particolare quest’ultima ha portato venti ospiti: «Un popolo variegato — spiegano ai media vaticani rappresentanti della Comunità presenti all’incontro con il Papa —, poveri che vivono per strada che raccolgono la spazzatura e la riciclano. Non sono clochard come li vediamo in Europa, ma intere famiglie che non hanno casa e vivono tra i rifiuti». Qui a li chiamano “gli uomini dei carretti”, perché su questi mezzi di legno caricano la spazzatura raccolta nelle discariche e spesso lo stesso carretto è l’unica “casa” che hanno. Alcuni di essi hanno potuto stringere oggi la mano di Francesco che ha fatto il giro di tutte le sedie, salutando ognuno e ascoltandone brevemente le storie.

Tra loro, accompagnati sempre da Sant’Egidio e da Erlip Vitarsa, primo diacono permanente dell’arcidiocesi di Jakarta, c’erano anche degli anziani degli istituti, rifugiati della Somalia e una famiglia di profughi dello Sri Lanka. Francesco li ha benedetti, così come ha fatto con un profugo del Myanmar, uno dei numerosi rohingya che subisce quelle brutalità tante volte stigmatizzate dal Papa. Il Pontefice oggi ha posato la mano sul capo del ragazzo, portato in nunziatura dal Jrs, come segno di vicinanza e di attenzione. Abbracci e ancora abbracci Francesco li ha quindi distribuiti ai tanti bambini presenti: sia gli orfani raccolti in villaggi e periferie urbane, sfamati e istruiti dalle domenicane, sia i bimbi delle Scuole della pace, che gli hanno donato il disegno del “mondo che vorrei”, l’immagine del globo retto da due braccia composte da tante bandiere, unite e vicine in segno di fraternità.

Tra baci, benedizioni e rosari in regalo, il Papa ha trascorso proprio con i più piccoli buona parte di questo incontro, poi si è fermato a parlare in privato con una donna dell’Afghanistan, avvolta in uno chador, e ha scherzato con un anziano in sedia a rotelle: “Anche io!”. Ha impartito infine la benedizione, dicendosi contento e commosso di aver iniziato con un simile appuntamento il più lungo viaggio del suo pontificato (salvatore cernuzio).