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Singapore

Coniugare l’evangelizzazione con il dialogo

 Coniugare l’evangelizzazione con il  dialogo  QUO-197
02 settembre 2024

La storia della Chiesa a Singapore è strettamente collegata alla crescita del Paese. Fino all’Ottocento, Singapore era un’isola abitata da pescatori. La sua posizione strategica sulla punta della penisola malese la rese interessante per molti regni della regione, tra cui quelli di Giava, Siam, India e Malacca.

Dopo la colonizzazione britannica nel 1819, nel 1821 giunse a Singapore il primo sacerdote cattolico, padre Laurent Imbert — missionario francese diventato santo dopo aver subito il martirio in Corea —, il quale scoprì che sull’isola già vivevano alcuni cattolici. In seguito nel Paese arrivarono altri missionari francesi e portoghesi che piantarono i semi per la crescita sia della fede sia della Chiesa.

Porto molto trafficato sulle rotte marittime, Singapore crebbe rapidamente e divenne prospera, attirando migranti dalla regione e anche oltre. Con la crescita della popolazione crebbe anche la Chiesa. A Singapore arrivarono diversi ordini religiosi per offrire educazione e assistenza sanitaria, nonché per predicare la Buona Novella di Cristo. Furono costruite chiese per rispondere ai crescenti bisogni pastorali della gente e per sostenere l’opera di evangelizzazione.

Nel 2021 la Chiesa ha celebrato i 200 anni di fede cattolica a Singapore. Le celebrazioni, proseguite per tutto l’anno, avevano come tema «Accendi e risplendi di fede» e intendevano rafforzare e ravvivare la fede della comunità cattolica, che era stata smorzata anche a causa del covid. E anche oggi, le realtà pastorali continuano a essere modellate dalla crescita continua del Paese,

L’arcidiocesi è stata creata nel 1972, sette anni dopo che Singapore era diventata una nazione sovrana. Durante i primi anni, il lavoro della Chiesa nel campo dell’educazione e dell’assistenza sanitaria ha contribuito in modo rilevante alla crescita nazionale. Molti dei principali leader del Paese, sia della sfera pubblica sia di quella privata, si sono formati in scuole cattoliche; e molti servizi sanitari di base sono forniti da strutture sanitarie gestite dalla Chiesa.

Oggi la Chiesa a Singapore sostiene 395.000 cattolici, con 29 chiese parrocchiali, tre chiese devozionali, 53 scuole, 47 organizzazioni umanitarie e due istituzioni sanitarie. Oltre ad annunciare la Buona Novella di Gesù Cristo, la Chiesa continua a contribuire alla coesione sociale di Singapore con la sua partecipazione attiva al dialogo interreligioso, nonché modellando il tessuto morale della nostra società attraverso la promozione dei valori della famiglia e della dignità della vita.

Gli abitanti di Singapore discendono da migranti provenienti da tutta la regione, e sono di etnia cinese, malese, indiana ed eurasiatica. Essendo un moderno centro per gli affari e la finanza, sul territorio sono di casa stranieri provenienti da tutto il mondo. Pertanto, la Chiesa a Singapore è multirazziale e multilinguistica. Le messe vengono celebrate prevalentemente in inglese, ma anche in altre lingue locali, nonché nella lingua dei segni per i non udenti.

La Chiesa a Singapore collabora attivamente con la leadership civile del Paese, apprezzando il Governo come partner fondamentale nella sua missione per il bene comune. A sua volta, il Governo considera la Chiesa un importante collaboratore e modellatore del tessuto sociale del Paese.

Il dialogo e le consultazioni tra Chiesa e Stato si svolgono su base regolare. L’arcivescovo di Singapore è membro di due Consigli presidenziali, offrendo consigli al Governo nelle questioni riguardanti l’armonia razziale/religiosa e i diritti delle minoranze.

Mentre svolge la sua missione pastorale, la Chiesa coinvolge regolarmente, a livello sia di leadership sia operativo, anche agenzie governative come il ministero della Cultura, della comunità e dei giovani, il ministero per lo Sviluppo sociale e della famiglia e il ministero degli Interni. Così, la Chiesa e lo Stato operano in collaborazione per il bene comune, ognuno con il suo ruolo unico.

Un’altra caratteristica unica della Chiesa a Singapore è la relazione profonda con altre religioni nel Paese. Qui, il dialogo interreligioso è andato oltre la mera tolleranza o il rispetto della fede dell’altro. Piuttosto, ci consideriamo in primo luogo come amici e compiamo passi attivi e intenzionali per promuovere amicizie, proprio come ha fatto Gesù. Siamo presenti gli uni alle celebrazioni religiose degli altri. Ci incontriamo per discutere di questioni comuni al fine di creare una maggiore unità tra noi e lavorare per il bene comune della società a prescindere da razza e religione, specialmente in progetti umanitari comuni. Inoltre ci sosteniamo reciprocamente nei momenti di prova, unendoci gli uni intorno agli altri in segno di solidarietà, consolazione e incoraggiamento.

Ascoltando l’esortazione di Papa Francesco alla sinodalità, inoltre, la Chiesa a Singapore ha iniziato il suo cammino sinodale nel 2021.

Per la prima volta nella storia dell’arcidiocesi, le speranze, i sogni, gli interessi e le preoccupazioni di cattolici appartenenti a fasce d’età, contesti e situazioni di vita differenti sono stati raccolti da parrocchie, ministeri e altri gruppi ecclesiali in conversazioni sinodali estese a tutta la diocesi. L’anno seguente, l’apporto e lo slancio di queste conversazioni sono culminati nell’Assemblea arcidiocesana. Qui, il clero, i religiosi e i laici rappresentanti le 32 chiese e più di 200 organizzazioni cattoliche si sono riuniti due giorni per pregare e camminare insieme e per compiere i primi passi verso un modo unificato di identificare e affrontare le questioni pastorali. In seguito a ciò, a febbraio 2023 è stato inaugurato il Consiglio pastorale arcidiocesano per proseguire il lavoro di applicare il processo sinodale al fine di discernere le priorità pastorali.

La Chiesa a Singapore è impegnata nella sua missione di proclamare la Buona Novella di Cristo anche in futuro. Il suo compito più immediato è di rendere più profondi la fede e il discepolato della sua gente, per formare una Chiesa più viva, evangelizzatrice e missionaria.

Occorre anche scoprire modi nuovi e innovativi di proclamare il Vangelo e servire le persone, visto il proliferare di tecnologie digitali come i social media e l’intelligenza artificiale. Ciò esige un livello di collaborazione, unità e comunione senza pari a tutti i livelli e nell’intera diocesi, tra clero e laici, parrocchie e organizzazioni diocesane, e tra ministeri nelle parrocchie.

La visita di Papa Francesco a Singapore giunge quindi opportuna. Il motto scelto è «Unità e speranza». Come arcidiocesi siamo uniti anzitutto e prima di tutto dalla nostra fede comune nel Signore Gesù Cristo. La presenza del Santo Padre ci ricorderà che il Signore ci è vicino e, di fatto, profondamente incarnato in mezzo a noi. Riuniti intorno al Signore e uniti nella sua missione, osiamo sperare in un nuovo ordine: un ordine che rispecchi meglio la Gerusalemme celeste, che indichi più fedelmente il Regno di Dio che verrà!

*Cardinale arcivescovo di Singapore

di William Goh*