Rosino Gibellini, per decenni direttore letterario dell’editrice Queriniana, nel suo Meditazione sulle realtà ultime, cita alcune pagine sulla morte scritte da Karl Rahner: «Un giorno scopriremo, terribilmente spaventati e ineffabilmente giubilanti, che questo vuoto enorme e silente, che noi sentiamo come morte, è in realtà riempito da quel mistero originario che diciamo Dio, dalla sua luce pura e dal suo amore che tutto ci toglie e tutto ci dona; un giorno da questo insondabile mistero vedremo emergere il volto di Gesù, il Benedetto».
Poche frasi nelle quali Rahner condensa un sapere vasto e profondo che lo porta a concludere: «Ecco all’incirca come vorrei, non dico descrivere, ma perlomeno indicare balbettando come possiamo provvisoriamente attenderlo, nel mentre sperimentiamo il tramonto stesso della morte come l’inizio di ciò che viene».
di Sergio Valzania