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L’obiettivo dei salesiani è garantire il diritto all’istruzione nonostante la guerra

Una scuola per i bambini non lontano dal fronte di Zaporizhzhia

 Una scuola per i bambini  non lontano dal fronte di Zaporizhzhia  QUO-194
29 agosto 2024

Bambini sui banchi di scuola: l’immagine apparentemente familiare, in Ucraina evoca oggi emozioni particolari. Molti bambini, adolescenti e giovani ucraini sono stati privati di questa opportunità prima dalla pandemia e poi dalla guerra.

Pochi forse si aspettavano di vedere una foto con bambini in una classe a Zaporizhzhia che dista circa 30 km dalla linea del fronte. Eppure nell’immagine scattata il 17 agosto 2024, monsignor Maksym Ryabukha, vescovo ausiliare dell’Esarcato greco-cattolico di Donetsk, sta benedicendo i bambini della prima elementare della scuola cattolica di Don Bosco, che opererà presso la parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso.

Il parroco don Roman Vovk, che ha lanciato l’iniziativa, racconta che a Zaporizhzhia vivono ancora molte famiglie con bambini. «Se all’inizio dell’invasione su larga scala alcuni residenti locali se ne sono andati — spiega —, d’altra parte, molte persone provenienti dai territori occupati dai russi (Melitopol, Berdiansk, Prymorsk, Enerhodar e altri) sono arrivate in città nella speranza di poter tornare domani o dopodomani, perché tutti pensavano che non sarebbe durata a lungo». Dall’inizio della guerra, nelle regioni ucraine più vicine al fronte l’insegnamento nelle scuole avviene principalmente online. Per permettere ai bambini di comunicare tra di loro, di giocare e imparare le cose nuove, la parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso ha aperto un centro doposcuola che propone molte attività, tra cui musica, danza e arte. «In totale, più di 400 bambini frequentano diversi corsi — dice il parroco —. Qui abbiamo anche un asilo. Quest’anno, i bambini del gruppo più grande dovrebbero iniziare la scuola elementare, però a Zaporizhzhia quasi tutte le scuole sono online».

Don Roman racconta l’esempio di due ragazzi che frequentano il loro centro doposcuola: solo lì hanno scoperto di studiare da due anni nella stessa classe a scuola, ma siccome l’insegnamento è online, non si erano mai incontrati prima. Il sacerdote osserva che sono stati gli stessi genitori a chiedere a lui di trovare un modo per organizzare una “vera” scuola per loro figli. L’anno scorso, per garantire più sicurezza ai bambini del centro doposcuola, la parrocchia ha iniziato a costruire un rifugio. Siccome sono riusciti a finire lavori presto, hanno deciso di allestirci anche una classe vera e propria e hanno aperto le iscrizioni per la prima elementare. «Così da settembre i 25 bambini iscritti, potranno avere un insegnamento normale, avendo l’opportunità di comunicare dal vivo e, soprattutto, in uno spazio sicuro», dice don Roman.

Il sacerdote greco-cattolico afferma che la prima elementare, che inizierà a settembre, sarà il primo passo nella costruzione della scuola cattolica che il sacerdote ha sempre sognato. «Mi sono reso conto che qui c’era tanto bisogno di una scuola cattolica — dice — e l’anno scorso abbiamo comprato un terreno vicino alla nostra parrocchia. Dovrebbe essere una scuola a tutti gli effetti che fornirà un’istruzione completa. Quest’anno abbiamo iniziato pian piano i lavori. In effetti, è una cosa molto difficile da realizzare, c’è bisogno del sostegno, e ora, quando diciamo a qualcuno che stiamo iniziando a costruire una scuola a Zaporizhzhia, non ci capiscono. Ma io sono consapevole che quando la guerra sarà finita, avremo bisogno di un’istruzione di qualità, che è stata distrutta per molto tempo: prima dal covid, ora dalla guerra. L’aggressore lancia i razzi anche contro le istituzioni scolastiche: molte di esse sono state danneggiate e altre completamente distrutte. Ecco perché domani avremo sicuramente bisogno delle scuole, e una scuola non può essere costruita in un giorno».

di Svitlana Dukhovych