· Città del Vaticano ·

Il ladro lettore

Potenza delle storie

 Potenza  delle storie   QUO-190
24 agosto 2024

La realtà, come è noto, supera la fantasia. Anche perché, ricordava Chesterton, la fantasia la fa l’uomo, la realtà la crea Dio. E così abbiamo ogni giorno la conferma di questa verità, quando, ad esempio, leggiamo i giornali e troviamo notizie alle quali stentiamo a credere, come quella apparsa mercoledì 22 agosto di quel ladro che, entrato in un appartamento di Roma, mentre stava compiendo il suo delitto, è stato attratto dalla presenza di un libro su un comodino nella stanza da letto e si è quindi fermato, sdraiato sul letto per leggere quelle storie (il libro in questione, secondo quanto appreso, era Gli dèi alle sei. L’Iliade all’ora dell’aperitivo), un gesto che si è rivelato per lui fatale: è stato arrestato con un libro di narrativa in mano.

Questa scena, degna dell’incipit di un film di Woody Allen, dimostra ancora una volta un’antica verità, quella della potenza delle storie. Ogni racconto realizza sempre un incantesimo, ferma il tempo, sospende il crudo scorrere della sabbia nella clessidra, squaderna mondi davanti al lettore che ne viene come risucchiato dentro.

Nelle Avventure di un uomo vivo, sempre Chesterton immaginava che il protagonista si vestisse da ladro per penetrare dal camino e rubare in casa propria. La “morale” di questa trovata narrativa ha a che fare con lo “sguardo”: il ladro è l’unico che guarda quella casa con occhi acuti, curiosi, freschi, liberi dalla polvere dell’abitudine. Quella polvere che pesa sullo sguardo di noi tutti proprietari che non guardiamo più la nostra casa, la “usiamo” ma non la abitiamo. E questo è terribile se pensiamo che possiamo farlo non solo con i luoghi o gli oggetti ma anche con le persone; anch’esse diventano per noi strumenti, “oggetti” a cui approcciarsi strumentalmente, strategicamente.

Proprio sul tema dello sguardo si è soffermato Papa Francesco nella recente lettera sul ruolo della letteratura nella formazione pubblicata lo scorso 4 agosto. In particolare Bergoglio ha osservato che spesso «il nostro sguardo ordinario sul mondo è come “ridotto” e limitato a causa della pressione che gli scopi operativi e immediati del nostro agire esercitano su di noi (...). Il rischio diventa così quello di cadere in un efficientismo che banalizza il discernimento, impoverisce la sensibilità e riduce la complessità. È perciò necessario e urgente controbilanciare questa inevitabile accelerazione e semplificazione del nostro vivere quotidiano imparando a prendere le distanze da ciò che è immediato, a rallentare, a contemplare e ad ascoltare. Questo può accadere quando una persona si ferma gratuitamente a leggere un libro. È necessario recuperare modi di rapportarsi alla realtà ospitali, non strategici, non direttamente finalizzati a un risultato, in cui sia possibile lasciar emergere l’eccedenza infinita dell’essere. Distanza, lentezza, libertà sono i caratteri di un approccio al reale che trova proprio nella letteratura una forma di espressione non certo esclusiva ma privilegiata. La letteratura diventa allora una palestra dove allenare lo sguardo a cercare ed esplorare la verità delle persone e delle situazioni come mistero, come cariche di un eccesso di senso, che può essere solo parzialmente manifestata in categorie, schemi esplicativi, in dinamiche lineari di causa-effetto, mezzo-fine».

È esattamente quello che ha fatto quel ladro felicemente incauto: si è fermato «gratuitamente a leggere un libro». Ha insomma rallentato, ha messo in pausa la frenesia del suo “lavoro” che è fatto di un “agire” fatto solo di «scopi operativi e immediati». Si è veramente “convertito”, ha impresso un’altra direzione alla sua vita, si è steso e si è messo a leggere una bella storia. Ha tolto le mani, ha smesso di “allungarle”, di afferrare e di arraffare, in una parola di prendere ed è stato lui “catturato”, “rapito” dalla bellezza di un libro che lo ha “preso” prima che lo prendesse la polizia. E, forse non sarà d’accordo, ma così facendo ha dato così vita a una storia bella, vera e potente, che vale la pena raccontare. (andrea monda)

di Andrea Monda