24 agosto 2024
George Orwell si diceva diffidente nei confronti dei memoriali perché «nessun’uomo è tanto onesto da riferire con sincerità le umiliazioni subite». Truman Capote è, forse, lo scrittore che ha vigilato meno sulle proprie umiliazioni. Madri alcolizzate, padri assenti, solitudini, abbandoni affettivi, misantropie sono grossomodo le vergogne di sé stesso e di tutti i suoi personaggi. Tanto che, per il lettore, è praticamente impossibile distinguere tra Capote, che se n’è andato il il 25 agosto di quarant’anni fa, e i suoi Joel, Holly, Grady, che non se ne andranno mai. E così anche il Buddy del Giorno del Ringraziamento (racconto tratto da La forma delle cose, Garzanti 2007, traduzione di Mariapaola Dèttore) altro non è che uno dei tanti nomi dati, ...
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