In Dante e la Divina Commedia, edito da Jaca Book (2021), Hans Urs von Balthasar unisce critica letteraria con analisi teologica e scrive: «È senza dubbio vero che nell’inferno si verificano molti incontri memorabili in cui brillano grandezza di spirito, anzi grandezza di cuore, tenerezza e profondo rispetto. Ma giustamente si osserva che tutte queste cose si svolgono all’interno dell’inesorabile parentesi dell’inferno e hanno per premessa che Dante non può offrire nulla a questi dannati, nulla di cristiano e di personale». E più oltre ribadisce che nell’inferno dantesco «un dono di natura cristiana, un po’ di speranza, un po’ d’amore, non è comunicabile». Il grande teologo svizzero non si spinge molto oltre, ma sullo sfondo scorgiamo la sua ipotesi limite: l’esistenza di un inferno deserto.
di Sergio Valzania