· Città del Vaticano ·

Il messaggio di cordoglio di Papa Francesco letto durante le esequie del nunzio apostolico Noël Treanor

Un servitore devoto e fedele

 Un servitore devoto e fedele   QUO-187
21 agosto 2024

È con «profonda gratitudine per il suo servizio devoto e fedele» che Papa Francesco ha espresso il suo cordoglio per la scomparsa dell’arcivescovo Noël Treanor, nunzio apostolico presso l’Unione europea, venuto a mancare lo scorso 11 agosto, all’età di 73 anni, a causa di un infarto. Il presule è stato sepolto ieri, martedì 20, a Belfast, nella cappella della Resurrezione della cattedrale di San Pietro, al termine della messa esequiale. In un messaggio a firma del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, e indirizzato a monsignor Alexander Aloysius McGuckian, vescovo di Down e Connor — diocesi della quale monsignor Treanor era arcivescovo-vescovo emerito — il Pontefice si dice addolorato «per la prematura scomparsa» del nunzio apostolico e assicura la sua «vicinanza spirituale» ai familiari, al clero, ai religiosi e ai fedeli laici della diocesi. Affidando poi l’anima del presule «all’amorevole misericordia di Cristo Buon Pastore», il Papa imparte la sua benedizione «come pegno di pace e consolazione nel Signore» a tutti coloro che «piangono il defunto arcivescovo nella sicura speranza della Resurrezione».

Il messaggio pontificio è stato letto dal nunzio apostolico in Irlanda, l’arcivescovo Luis Mariano Montemayor, al termine della messa esequiale presieduta da monsignor McGuckian e concelebrata, tra gli altri, dal cardinale Arthur Roche, prefetto del Dicastero per il Culto divino e la disciplina dei sacramenti, dagli arcivescovi Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le Organizzazioni internazionali, e Luciano Russo, segretario per le Rappresentanze pontificie, e da numerosi presuli d’Irlanda e di altri Paesi, alla presenza di diversi rappresentanti ecumenici e della società civile.

Nella sua omelia, monsignor McGuckian ha ricordato «la capacità di creare forti legami di amicizia» che l’arcivescovo Treanor aveva, una capacità acquisita sin da bambino, in famiglia. Rammentando poi di aver avuto «il grande privilegio di lavorare» con lui, soprattutto in materia di giustizia e pace, il vescovo di Down e Connor ha sottolineato che «il suo sogno per la diocesi era che tutti i battezzati, il clero, i laici e i religiosi lavorassero insieme per la missione della Chiesa e per il bene comune».

Altrettanto significativo è stato l’impegno di monsignor Treanor presso l’Ue, ha aggiunto monsignor McGuckian, un impegno declinato nel «mettere in luce il legame essenziale tra fede e cultura», all’interno di quel progetto europeo nato dal «desiderio di forgiare una cultura condivisa e vivificante». Un progetto audace, dai valori fondati sul Vangelo di Gesù, ha spiegato ancora il presule, ricordando al contempo la passione del defunto arcivescovo per la dottrina sociale della Chiesa, soprattutto in relazione ai giovani ai quali, diceva, non bisogna “imporre” una visione, bensì “proporre” una cultura «ispirata alla verità, alla giustizia e alla misericordia». «Quanto sono importanti i principi di proporzionalità, giustizia e protezione della vita — ha concluso il presule — in relazione alle guerre che infuriano oggi sotto i nostri occhi, soprattutto a Gaza e in Ucraina». (isabella piro)