La via per superare discriminazioni, isolamento e violenza coincide ogni giorno con quella percorsa da un minivan adibito a taxi. Succede a El Alto, nella Bolivia occidentale, a una ventina di chilometri a ovest della capitale La Paz. A condurlo è Felicidad Quispe, autista del trasporto pubblico presso la “Línea Lila”, iniziativa lanciata nel 2021 dalla Central de Mujeres Productivas y Emprendedoras (Cemupe), una organizzazione sorta due anni prima, quando un gruppo di donne si riunì in associazione per chiedere giustizia dopo l’ennesimo femminicidio nella zona. L’obiettivo della “Línea Lila” è duplice: quello di formare e offrire un lavoro a decine di assistite e quello di garantire maggiore sicurezza ai passeggeri, in particolare proprio alle donne, ma anche ai bambini e agli anziani: sui trasporti pubblici, infatti, accadono troppo spesso scippi, rapine, perfino omicidi e stupri.
«C’è molta violenza in particolare contro le donne. E tanta discriminazione. Nel settore dei trasporti, per esempio, si dice che le donne non possano guidare ma debbano restare a casa ad assistere i mariti», dice Felicidad all’agenzia Reuters. Racconta di aver «cercato sostegno» alla Cemupe dopo aver «subito violenza» dal proprio partner. Secondo dati ufficiali, nel 2023 in Bolivia sono stati denunciati circa 51.800 casi di violenza di genere: nel 75% si è trattato di violenza domestica.
Alla “Línea Lila”, riferiscono le organizzatrici, imparare a guidare diventa un’opportunità per madri single, imprenditrici, commercianti, persone disoccupate o in difficoltà. E il servizio fornito punta ad essere un contributo per tutte le donne della Bolivia: iniziative simili sono già partite a La Paz e Cochabamba. (giada aquilino)