Un celebre autore francese ha scritto: «Quando l’ombra cresce, è la fine della giornata. Quando il dubbio aumenta, è il tramonto della religione» (Victor Hugo).
Avevano visto il pane moltiplicato, e avevano creduto in lui. Ma ora che Gesù dice: «Io sono il pane disceso dal cielo» (Vangelo) cominciano a dubitare. I concittadini di Gesù si scandalizzano, diventano scettici, increduli; cercano di restringere la sua opera nella cerchia dei familiari e dei paesani.
Non è possibile che sia un profeta! E, così, disprezzano la sua parola, non ascoltano il suo messaggio di vita.
Vedete: credere, non vuol dire avere l’evidenza automatica di una verità, ma è un’adesione intima e personale verso Dio. Anche se è naturale provare qualche volta un dubbio.
C’è un dubbio sano che impedisce di cadere nell’indifferenza o, peggio, nell’abitudine. Il rischio è quando il dubbio si allarga e diventa scetticismo. Dobbiamo evitare due estremi: la sicurezza e il dubbio radicale.
E questa è una legge che può riguardare tutto il nostro pensare, agire e vivere. Invece deve essere facile, per noi, aderire alla Parola di Dio, che ci parla di vita, che ci offre qualcosa di unico affinché possiamo vivere meglio.
Qualcuno diceva: «Sei in dubbio? Segui il cuore!». Se anche noi, qualche volta, siamo assaliti dal dubbio, seguiamo il cuore, diamo ascolto alla Parola di Gesù, che ci ripete: «Io sono il pane della vita. Chi crede ha la vita eterna» (Vangelo).
di Leonardo Sapienza
11 agosto
XIX Domenica del Tempo ordinario
Prima lettura: 1 Re 19, 4-8;
Salmo: 33;
Seconda lettura: Ef 4, 30 - 5, 2;
Vangelo: Gv 6, 41-51.