Mentre scrivo questo articolo, abbiamo superato il 290° giorno di questa lunga guerra che sta devastando la Striscia di Gaza. Oggi parlerò di che cosa fanno, in questa difficile situazione, le donne, le nostre mamme, e i bambini, rifugiati nella parrocchia latina della Sacra Famiglia di Gaza city.
Le nostre madri si svegliano alle 8, preparano la colazione, soprattutto per i bambini più piccoli, poi puliscono la stanza. Alcune di loro, alle 10, vanno in Chiesa a pregare. Di solito, a metà mattinata, lavano i vestiti a mano e spesso affidano ai figli il compito di lavare i piatti. C’è una bella cooperazione tra madri e figli. Ognuno aiuta in tutto! I bambini piccoli, dai 4 ai 9 anni, si svegliano verso le 8 e 30. Fanno colazione e poi giocano con i loro coetanei. La maggior parte dei bambini partecipa alla Santa Messa domenicale.
Grazie a Dio, il gruppo dei parrocchiani cucina tre o quattro giorni a settimana, la chiesa ci dà anche il pane giorno dopo giorno. Le nostre mamme prendono gli alimenti che ricevono dalla chiesa e preparano il pranzo con una donna che vive accanto alla parrocchia, fuori dal compound, e che ha un forno in cui cucinare. A volte cucinano anche nel forno della chiesa all’interno del compound. Cucinare è complicato, soprattutto per noi, perché siamo circa 500 persone nel complesso della parrocchia.
Di sera, le nostre mamme, dopo una lunga e calda giornata, si fanno la doccia e lavano i loro bambini che hanno giocato tutto il giorno. Il lato oscuro della giornata è il terribile e fortissimo rumore delle bombe che sentiamo ogni singolo giorno: è sempre spaventoso. I bambini, quando sentono il rumore delle bombe, si spaventano e corrono dalle loro famiglie, ma poi, pochi minuti dopo, tornano a giocare normalmente.
Alcune famiglie, alle 18, recitano il Santo Rosario con i nostri sacerdoti e le nostre suore, perché le preghiere danno unità e forza alla famiglia che prega insieme.
La maggior parte dei bambini va a dormire alle 21. Le nostre mamme hanno così un po’ di tempo libero per sé stesse, per la famiglia e per gli amici, prima di andare anche loro a dormire verso le 23.
di Suhail Abo Dawood