· Città del Vaticano ·

All’Angelus la denuncia di Papa Francesco

La produzione e la vendita di armi scandalo intollerabile

 La produzione e la vendita di armi scandalo intollerabile  QUO-171
29 luglio 2024

«Mentre nel mondo c’è tanta gente che soffre per le calamità e la fame, si continua a costruire e vendere armi e a bruciare risorse alimentando guerre grandi e piccole». Al termine dell’Angelus di ieri, 28 luglio, Papa Francesco ha denunciato tutto ciò come «uno scandalo che la comunità internazionale non dovrebbe tollerare». Affacciatosi a mezzogiorno dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano, il Pontefice ha introdotto la recita della preghiera mariana con i fedeli presenti in piazza San Pietro commentando come di consueto il Vangelo domenicale, incentrato nella circostanza sul noto episodio della moltiplicazione dei pani e dei pesci. Ecco il testo della meditazione pronunciata dal vescovo di Roma.

Cari fratelli e sorelle,
buona domenica!

Oggi il Vangelo della Liturgia ci parla del miracolo dei pani e dei pesci (cfr. Gv 6, 1-15). Un miracolo, cioè un “segno”, i cui protagonisti compiono tre gesti che Gesù tornerà a ripetere nell’ultima cena. Quali sono questi gesti? Offrire, rendere grazie e condividere.

Primo: offrire. Il Vangelo parla di un ragazzo che ha cinque pani e due pesci (cfr. Gv 6, 9). È il gesto con cui riconosciamo di avere qualcosa di buono da dare, e diciamo il nostro “sì”, anche se ciò che abbiamo è troppo poco rispetto alle necessità. Questo viene sottolineato, nella Messa, quando il sacerdote offre sull’altare il pane e il vino, e ciascuno offre sé stesso, la propria vita. È un gesto che può sembrare poca cosa, se pensiamo agli immensi bisogni dell’umanità, proprio come i cinque pani e i due pesci di fronte a una folla di migliaia di persone; ma Dio ne fa la materia per il miracolo più grande che esista: quello in cui Lui stesso, Lui stesso!, si rende presente in mezzo a noi, per la salvezza del mondo.

E così si comprende il secondo gesto: rendere grazie (cfr. Gv 6, 11). Il primo gesto è offrire, il secondo è rendere grazie. Dire cioè al Signore con umiltà, ma anche con gioia: “Tutto quello che ho è dono tuo, Signore, e per ringraziarti io posso solo ridarti quello che Tu per primo mi hai donato, assieme al tuo Figlio Gesù Cristo, aggiungendovi quello che posso”. Ognuno di noi può aggiungere qualche cosina. Cosa posso dare al Signore? Il piccolo cosa può dare? Il povero amore. Dire: “Signore, ti amo”. Noi poveracci: l’amore nostro è così piccolo! Ma possiamo darlo al Signore, il Signore lo accoglie.

Offrire, rendere grazie, e il terzo gesto è condividere. Nella Messa è la Comunione, quando insieme ci accostiamo all’altare per ricevere il Corpo e il Sangue di Cristo: frutto del dono di tutti trasformato dal Signore in cibo per tutti. È un momento bellissimo, quello della Comunione, che ci insegna a vivere ogni gesto d’amore come dono di grazia, sia per chi dà sia per chi riceve.

Fratelli, sorelle, chiediamoci: io credo davvero, per grazia di Dio, di avere qualcosa di unico da donare ai fratelli, oppure mi sento anonimamente “uno fra i tanti”? Sono protagonista di un bene da donare? Sono grato al Signore per i doni con cui continuamente mi manifesta il suo amore? Vivo la condivisione con gli altri come un momento di incontro e di arricchimento reciproco?

La Vergine Maria ci aiuti a vivere con fede ogni Celebrazione eucaristica, e a riconoscere e gustare ogni giorno i “miracoli” della grazia di Dio.

Dopo l’Angelus Francesco ha espresso solidarietà alla popolazione del sud dell’Etiopia colpita da una frana e ha lanciato l’appello per il disarmo; quindi ha ricordato la ricorrenza della Giornata mondiale dei nonni e degli anziani, giunta alla quarta edizione, e salutato i partecipanti alla festa della Madonna del Carmine nel rione romano di Trastevere, conclusasi in serata con la processione della Madonna “fiumarola” sul Tevere. Ecco le sue parole.

Cari fratelli e sorelle!

Assicuro la mia preghiera per le vittime della grossa frana che ha travolto un villaggio nel sud dell’Etiopia. Sono vicino a quella popolazione così provata e a quanti stanno portando soccorso.

E mentre nel mondo c’è tanta gente che soffre per le calamità e la fame, si continua a costruire e vendere armi e a bruciare risorse alimentando guerre grandi e piccole. Questo è uno scandalo che la comunità internazionale non dovrebbe tollerare, e contraddice lo spirito di fratellanza dei Giochi Olimpici appena iniziati. Non dimentichiamo, fratelli e sorelle: la guerra è una sconfitta!

Oggi si celebra la Giornata Mondiale dei Nonni e degli Anziani. Il tema è “Nella vecchiaia non abbandonarmi” (cfr. Sal 71, 9). L’abbandono degli anziani è, infatti, una triste realtà alla quale non dobbiamo abituarci. Per molti di loro, soprattutto in queste giornate estive, la solitudine rischia di diventare un peso difficile da sopportare. La Giornata odierna ci chiama ad ascoltare la voce degli anziani che dicono: “Non abbandonarmi!” e a rispondere: “Non ti abbandonerò!”. Rafforziamo l’alleanza tra nipoti e nonni, tra giovani e anziani. Diciamo “no” alla solitudine degli anziani! Il nostro futuro dipende molto da come nonni e nipoti impareranno a vivere insieme. Non dimentichiamo gli anziani! E un applauso a tutti i nonni, a tutti!

Saluto tutti voi, romani e pellegrini venuti da varie parti d’Italia e del mondo. In particolare saluto i partecipanti al Congresso Generale dell’Unione dell’Apostolato Cattolico; i ragazzi dell’Azione Cattolica di Bologna e quelli dell’Unità pastorale La Riviera del Po - Sermide, in diocesi di Mantova; il gruppo di diciottenni della diocesi di Verona; e gli animatori dell’Oratorio “Carlo Acutis” di Quartu Sant’Elena.

Mando un saluto a quanti partecipano alla conclusione della Festa della Madonna del Carmine a Trastevere: stasera ci sarà la processione della Madonna “fiumarola” sul Tevere. Impariamo da Maria, nostra Madre, a praticare il Vangelo nella vita quotidiana! Avevo sentito qualche canto neocatecumenale... Poi mi piacerebbe risentirlo!

Auguro a tutti una buona domenica. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!