27 luglio 2024
È impossibile resistere al fascino di un dittatore decaduto, di un imperatore detronizzato, di un potente finito in disgrazia del quale rimangono tracce sparse, abitazioni e palazzi violentati, oltraggiati dal tempo, dalla folla, dalla damnatio memoriae alimentata dal popolo e dal tempo. Prendiamo il caso di Massenzio, quell’imperatore sconfitto da Costantino nella battaglia di Ponte Milvio che tutti studiamo a scuola: in hoc signo vinces, la croce gemmata e luminosa appare in cielo a Costantino poco prima della battaglia che lo vedrà prevalere, nei pressi del celebre ponte sul Tevere, contro il presunto imperatore usurpatore, in quell’ottobre del 312 d.C.
Povero Massenzio, in realtà uomo colto e raffinato, con l’unica colpa di essere stato pagano nel momento più sbagliato della storia, a cavallo tra la fine ...
Questo contenuto è riservato agli abbonati
Cara Lettrice, caro Lettore,
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati
la lettura de L'Osservatore Romano in tutte le sue edizioni è riservata agli Abbonati