Quasi 50 milioni di persone nel mondo sono vittime, sotto varie forme, di quella che può essere definita la “schiavitù del nostro secolo”: lo sfruttamento e la tratta degli esseri umani. Oltre 12 milioni di persone esposte a questa “moderna schiavitù” sono minorenni, con una tendenza in preoccupante aumento riguardo il lavoro e i matrimoni forzati. Sono i dati contenuti nel rapporto “Piccoli schiavi invisibili”, pubblicato ieri da Save the Children e giunto alla 14° edizione, in vista della Giornata internazionale contro la tratta di esseri umani del 30 luglio.
Il rapporto 2024 restituisce voce alle vittime minorenni, accolti nel sistema di protezione anti-tratta, incontrate nei progetti gestiti da Save the Children o ancora nelle case di accoglienza per minori non accompagnati in Italia. Bambini e bambine traditi dal mondo degli adulti che ha abusato della loro fiducia e calpestato i loro sogni. Più di un quarto delle vittime identificate della tratta, stando ai dati del rapporto nell’arco dei dieci anni tra il 2011 e il 2021, sono bambine, bambini o adolescenti.
I minori coinvolti nel lavoro forzato sono 3,3 milioni, in prevalenza per sfruttamento sessuale o lavorativo — in ambiti quali lavoro domestico, agricoltura, manifattura, edilizia, accattonaggio o attività illecite — mentre 320.000 risultano sottoposti a lavoro forzato da parte degli Stati, come detenuti, dissidenti politici, o appartenenti a minoranze etniche o religiose perseguitate. I minorenni vittime di matrimoni forzati sono invece 9 milioni, un fenomeno particolarmente diffuso in Asia orientale dove viene riscontrato il 66% dei casi.