Dalla fabbrica di mattoni

22 luglio 2024
Ayyaz sognava la scuola. Ogni giorno, con i suoi profondi occhi scuri, guardava altri piccoli di 6 anni, come lui, imbracciare gli zainetti o cimentarsi con libri e quaderni. Lui no, non poteva. Dall’alba al tramonto, per sedici ore al giorno, era in fabbrica a impastare argilla, creare file interminabili di mattoni, farli seccare, cuocere, impilare e caricare su carretti. Ayyaz lo faceva da quando aveva 4 anni. Per poche rupie al giorno, Ayyaz e la sua famiglia di poveri cristiani pakistani (genitori, sorelle, nonni) erano costretti a una vita da schiavi, in una pratica di fatto legalizzata per un debito contratto anni prima da suo padre Cecil Masih con il proprietario della fabbrica. In un meccanismo perverso, il debito diventa inestinguibile a causa di interessi che crescono anno dopo anno, costringendo intere famiglie di indigenti a ...
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