· Città del Vaticano ·

Iniziata la visita del cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, nella martoriata Ucraina

In preghiera
per una pace giusta

 In preghiera  per una pace giusta   QUO-164
20 luglio 2024

È iniziata con un incontro a Lviv, con i rappresentanti delle autorità ecclesiastiche e civili, la visita in Ucraina del cardinale Pietro Parolin, segretario di Stato. Com’è noto, il porporato è stato nominato da Papa Francesco suo Legato per le celebrazioni conclusive del pellegrinaggio nazionale dei cattolici latini ucraini al santuario della Beata Vergine Maria di Berdychiv, che si terrà domani, domenica 21 luglio.

Ieri, venerdì 19, il cardinale Parolin, accompagnato dal nunzio apostolico in Ucraina, l’arcivescovo Visvaldas Kulbokas, è giunto nel tardo pomeriggio presso la Curia della arcidiocesi di Lviv dei Latini, dove è stato accolto dal metropolita Mieczysław Mokrzycki e dai vescovi ausiliari Eduard Kava e Leon Mały. All’incontro ha partecipato anche monsignor Volodymyr Hrutsa, vescovo ausiliare dell’arcieparchia di Lviv degli Ucraini. Erano presenti anche il capo dell’amministrazione regionale di Lviv, Maksym Kozytskyi, e il sindaco Andriy Sadovyi.

Dopo un breve saluto, il Legato Pontificio ha rilasciato il suo primo commento ai media vaticani. «L’occasione della visita è legata alla celebrazione nel santuario mariano di Berdychiv. È stata quella la ragione per la quale il Santo Padre mi ha inviato come suo rappresentante speciale, dietro richiesta anche dei vescovi latini, per l’elevazione a Basilica minore del santuario», ha spiegato. «Quindi, la prima ragione sarà proprio quella di condividere con i fedeli questa celebrazione e questa preghiera che, naturalmente, sarà una preghiera soprattutto per la pace, sarà una preghiera corale elevata alla Madre di Dio, perché conceda finalmente la pace a questo Paese, che il Santo Padre definisce sempre “martoriato”, la “martoriata Ucraina”. E naturalmente, questa circostanza mi offre anche l’opportunità per incontrare le autorità del Paese».

«Anche perché — ha aggiunto Parolin — c’è sempre stato, da tempo, un invito a venire in Ucraina in questa situazione particolare della guerra. E quindi, dopo la celebrazione di domenica, ci sarà l’occasione di incontrare le autorità a partire, credo, dal presidente. E naturalmente, credo si parlerà di pace, di quali sono le possibili prospettive di pace».

Il dono che il segretario di Stato porta in terra ucraina è quindi la vicinanza di Francesco: «Questa visita — ha sottolineato il porporato — è un’espressione in più della attenzione che il Santo Padre continua a portare nei confronti dell’Ucraina. E poi le sue grandi speranze di pace: il Papa fin dall’inizio ha cercato di trovare delle strade per poter arrivare a una fine della guerra, quella che ultimamente si è chiamata la “pace giusta”. Ne abbiamo parlato anche a Bürgenstock [in Svizzera, n.d.r.] quando c’è stata la Conferenza sulla pace. Quindi, vicinanza, preghiera e speranza che si possano trovare dei cammini per arrivare a una conclusione, la più rapida possibile, di questo conflitto».

Sempre a nome del Pontefice e della Santa Sede, il cardinale ha espresso ancora una volta la preoccupazione per la situazione in Ucraina e ha ribadito l’impegno «per trovare una soluzione pacifica per arrivare a questa pace giusta della quale ho parlato». «Finora — ha detto ancora ai media vaticani — ci sembrava, anche a partire dalla visita che il cardinale Zuppi ha reso qui a Kyiv e poi a Mosca, che l’impegno umanitario fosse una strada per favorire questa pace». «È del resto mi pare — ha aggiunto il porporato — anche il pensiero delle autorità di Kyiv, perché anche in Svizzera hanno parlato delle tre dimensioni: prima di tutto il tema del nucleare, quindi evitare una escalation; poi il tema della libertà della circolazione delle merci; e, infine, soprattutto il tema umanitario. Quindi la Santa Sede si è concentrata su questo anche su richiesta dello stesso governo, ma in vista di fare dei passi che possano portare davvero alla pace giusta».

da Lviv
Mariusz Krawiec