Chini sulla terra
Tra i primi dieci candidati al corso di formazione al lavoro che ha preso il via al Borgo Laudato si’ di Castel Gandolfo, ci sono migranti, ex detenuti, persone con diverse abilità e vittime di violenza. Sono stati scelti secondo il desiderio del Papa perché trovino una via di dignità, riscatto e inclusione, racconta lo scalabriniano Fabio Baggio, sottosegretario del Dicastero per il servizio dello sviluppo umano integrale e direttore generale del Centro di alta formazione che porta il nome dell’enciclica di Francesco sulla cura della casa comune, al quale lo stesso Pontefice ha affidato l’attuazione, la gestione e la cura del Borgo. Istituito tramite chirografo del 2 febbraio 2023, è oggi tappa consigliata per il Giubileo 2025. Ma in questo microcosmo dell’ecologia integrale, la formazione è estesa a tutti, compresi bambini, giovani universitari, imprenditori e semplici visitatori. Luca, Idris, Ahmid, Ascanio, Frank e gli altri in questa prima fase di corso — divisa in una parte teorica e in una pratica, e realizzata in collaborazione con “Percorsi di Cittadinanza” — stanno imparando a riconoscere le piante, come innaffiarle e potarle, a utilizzare gli attrezzi e gli strumenti di lavoro, da una semplice zappetta, al decespugliatore, fino ai sistemi di irrigazione, ma stanno anche imparando a volersi più bene, a tracciare una riga tra passato e presente, riprendendo in mano la propria vita, chini sulla terra, ma finalmente a testa alta!
Padre Baggio, quali sono le direttrici su cui vi state muovendo per provvedere alla realizzazione del Borgo secondo l’intuizione e il desiderio di Papa Francesco?
Nei 55 ettari di giardini e zona agricola di questa magnifica residenza estiva dei Pontefici, Papa Francesco ha chiesto al Centro di alta formazione Laudato si’ (ceaf-ls) di preparare un progetto che renda concreti i principi contenuti della sua enciclica. Ci è subito sembrata un’idea grande e bellissima. Allora abbiamo chiamato i maggiori esperti al mondo, botanici, biologi, esperti di ecologia integrale, esperti di nuove tecnologie, per quanto riguarda l’agricoltura e l’efficientamento energetico, e insieme abbiamo dato vita a un sistema che si fonda su tre pilastri. Il primo pilastro è proprio quello della formazione all’ecologia integrale, una formazione che si propone di essere il più possibile inclusiva. Il secondo è l’economia circolare e generativa. Il terzo è la sostenibilità ambientale, ma anche sociale, come dimostra questo corso di formazione al lavoro. Su queste tre direttrici intendiamo costruire un Borgo che richiami i principi espressi nell’enciclica sulla cura della casa comune. Nell’ambito della formazione all’ecologia integrale abbiamo inserito anche percorsi di formazione al lavoro che rispondano sì a quelle che sono le offerte lavorative reali nel mondo del giardinaggio e in quello dell’agricoltura, ma che includano tra i contenuti gli elementi essenziali dell’ecologia integrale.
Si può parlare del Borgo Laudato si’ come primo modello al mondo pienamente attuativo dell’enciclica?
Sicuramente il Borgo vuole essere un modello, ma non possiamo certo definirlo il primo o l’unico al mondo. Prima di capire come muoverci, abbiamo visitato alcune realtà in diverse parti del mondo, che stanno cercando di incarnare l’ecologia integrale e di mettere in pratica la conversione ecologica su cui tanto insiste Papa Francesco, anche da prospettive diverse da quella cattolica. Abbiamo conosciuto così diversi progetti interessanti, messi in atto da tanti uomini e donne di buona volontà, a cui si appella il Papa all’inizio della sua enciclica. Abbiamo trovato modelli innovativi, particolarmente nell’ambito dell’agricoltura rigenerativa, i quali si propongono di rivoluzionare la dinamica di relazione degli esseri umani con il resto del Creato. In molti casi abbiamo notato che tali progetti si concentrano specificamente su alcuni degli aspetti dell’ecologia integrale sottolineati da Francesco, oppure fanno riferimento esclusivo agli obiettivi dell’Agenda 2030 che la comunità internazionale si è posta in materia di ambiente. Il Borgo si presenta come una realtà più complessa, un progetto a 360 gradi, realmente integrale, che coniuga ecologia, economia, giustizia e solidarietà, includendo l’apertura alla trascendenza e alla spiritualità. Esso vuole diventare un modello di conversione ecologica per tutti, anche per coloro che non vivono un’esperienza di fede.
Chi sono i destinatari della formazione offerta al Borgo?
L’ambito formativo comprende tutta una serie di soggetti ai quali sono rivolti dei percorsi particolari. I primi soggetti sono i visitatori che provengono da ogni parte del mondo. Qualche anno fa, per esplicita volontà di Papa Francesco, i giardini sono stati aperti al pubblico per visite di carattere storico e paesaggistico, visite che hanno registrato numeri importanti. Noi abbiamo pensato che si poteva proporre qualcosa di più, legato alla conversione ecologica, proposta dal Santo Padre. Per questo abbiamo stilato una “grammatica” del Borgo, scegliendo 30 parole chiave ispirate alla Laudato si’: acqua, aria, albero, ma anche accoglienza, futuro, cura, fraternità... Per ogni parola è stato scelto un posto specifico all’interno dei giardini, che diventerà presto meta dei percorsi di visita. Ad ogni parola corrisponde un testo dell’enciclica e una riflessione affidata agli operatori didattici, alle audioguide o alla lettura personale attraverso la scansione di un qr-code con lo smartphone. L’idea è quella di offrire ai visitatori un’esperienza immersiva nei principi dell’ecologia integrale, invitandoli a una vera conversione ecologica. Seguendo il mandato di Papa Francesco di rivolgersi particolarmente alle nuove generazioni, il Borgo ospiterà presto anche laboratori di ecologia integrale per studenti delle scuole elementari e medie. Agli universitari intendiamo offrire esperienze formative più prolungate e residenziali, come le Summer School. Molti imprenditori e amministratori d’impresa si sono avvicinati al Centro di alta formazione per comunicarci il loro desiderio di approfondire i contenuti della Laudato si’, per capire come poter mettere in pratica i principi evidenziati dal Papa nelle loro aziende. Per questo stiamo già organizzando per loro seminari di tre/cinque giorni sulla conversione ecologica. Non poteva mancare nel nostro quadro formativo la formazione al lavoro, che riteniamo particolarmente importante per l’inclusione e per garantire il rispetto della dignità. Abbiamo già cominciato con un primo corso di giardinaggio, cui hanno partecipato dieci persone che ora accompagneremo personalmente in un inserimento effettivo nel mondo del lavoro. Da settembre, dopo una breve pausa estiva, ripartiremo con altri corsi di giardinaggio, potatura, agricoltura, allevamento e trasformazione di prodotti. I corsi, sempre offerti a numeri ridotti di candidati, saranno di 100 o 160 ore. Tutti i corsisti saranno poi accompagnati personalmente per un anno per l’inserimento nel mondo del lavoro e durante i primi mesi del loro impiego. I corsi sono aperti a tutti e tutte ma in ottemperanza al nostro mandato, e al desiderio del Papa, diamo priorità alle categorie più vulnerabili: migranti, rifugiati, persone con diverse abilità, ex detenuti, vittime di violenza, giovani e adulti inoccupati. L’ultimo ambito formativo riguarda gli eventi — convegni, conferenze, seminari, giornate — attraverso i quali sarà possibile approfondire temi specifici dell’ecologia integrale con un pubblico più vasto.
Persone fragili, dunque, ma anche imprenditori, tecnici di imprese. E poi i giovani, verso i quali Papa Francesco ha grande aspettativa, forse perché sono più duttili al cambiamento necessario a salvare la Casa comune?
Nei suoi richiami alla conversione ecologica, Papa Francesco ha sempre dimostrato una predilezione per i giovani. Dalle sue parole si comprende che ha molta speranza nei loro confronti, come se fossero più portati verso la custodia del Creato rispetto magari alla mia generazione — io ho quasi 60 anni — che non sembra tanto disposta a sostituire le abitudini abusive e predatorie nei confronti della natura con atteggiamenti di cura e custodia del Creato. I giovani sembrano più sensibili e più liberi di inventare percorsi diversi. Prendiamo, ad esempio, “The Economy of Francesco”, un movimento nuovo composto da migliaia di giovani di ogni parte del mondo che hanno accolto l’appello del Papa di ideare un nuovo sistema economico. In campo ecologico abbiamo il Movimento Laudato si’, nato anch’esso da un appello del Papa e composto da tantissimi ragazzi che vogliono impegnarsi per trovare soluzioni alla crisi climatica che stiamo vivendo, restaurando il nostro rapporto con il resto del Creato.
Che riscontri avete ricevuto dai primi partecipanti al corso per giardinieri e manutentori del verde?
Ho incontrato personalmente i primi dieci corsisti, sono rimasto a chiacchierare un po’ con loro. Tutti hanno dimostrato una grande soddisfazione per quello che è stato loro offerto e anche una spiccata coscienza ecologica. Questo corso, come anche i prossimi, è stato offerto gratuitamente grazie a sponsorizzazioni e alla generosità di persone che credono nel nostro progetto. Ho parlato anche con Antonio Rotondi, il maestro giardiniere. Sembra quasi più entusiasta lui dei corsisti. Mi ha detto di essere grato per questa opportunità offerta perché ha trovato il modo di regalare ai corsisti un’arte antica e preziosa che ha imparato da piccolo. Siamo tutti molto grati e fiduciosi di voler proseguire su questa linea.
Padre Baggio, il Borgo è tappa consigliata per il Giubileo. Sarà definitivamente pronto per il grande appuntamento del 2025?
Abbiamo diviso la realizzazione del progetto in due fasi. La prima fase, dovrebbe concludersi entro ottobre o novembre 2024. Stiamo completando alcuni lavori di ristrutturazione che ci permetteranno di accogliere degnamente i pellegrini che arriveranno nel corso del 2025. Saranno davvero tanti, perciò stiamo cercando di attrezzarci in modo adeguato. Da gennaio del prossimo anno saranno offerti nuovi itinerari di visita, sempre legati all’ecologia integrale, che permetteranno ai visitatori di fruire a pieno il Borgo e le sue attività. Contiamo di completare la seconda fase, che interessa in modo particolare l’ambito produttivo e l’economia circolare e prevede la ristrutturazione di edifici esistenti, durante il 2025.
di Cecilia Seppia