· Città del Vaticano ·

All’Angelus il Papa affida alla Madonna del Carmelo l’Ucraina, la Palestina, Israele e il Myanmar

Pace per tutte le popolazioni oppresse dall’orrore
della guerra

 Pace per tutte le popolazioni oppresse dall’orrore della guerra  QUO-159
15 luglio 2024

E invita  alla sobrietà di vita che libera dalla schiavitù del superfluo


Pace per «tutte le popolazioni che sono oppresse dall’orrore della guerra»: Papa Francesco l’ha invocata al termine dell’Angelus di ieri, 14 luglio, affidando questa intenzione all’intercessione della Beata Vergine del Monte Carmelo, la cui memoria liturgica ricorre domani, martedì 16. Affacciatosi a mezzogiorno dalla finestra dello Studio privato del Palazzo apostolico vaticano, il Pontefice aveva introdotto la recita della preghiera mariana con i fedeli convenuti in piazza San Pietro e con quanti lo seguivano attraverso i media commentando come di consueto il Vangelo domenicale. Incentrato nella circostanza Gesù che invia i discepoli per la missione (Marco 6, 7-13) l’episodio ha ispirato al vescovo di Roma una riflessione sulla sobrietà che rende liberi.

Cari fratelli e sorelle, buona domenica!

Oggi il Vangelo ci parla di Gesù che invia i suoi discepoli per la missione (cfr. Mc 6, 7-13). Li invia “a due a due” e raccomanda una cosa importante: di portare con sé solo il necessario.

Fermiamoci un momento su questa immagine: i discepoli sono inviati insieme, e devono portare con sé solo il necessario.

Il Vangelo non si annuncia da soli, no: si annuncia insieme, come comunità, e per questo è importante saper custodire la sobrietà: saper essere sobri nell’uso delle cose, condividendo le risorse, le capacità e i doni, e facendo a meno del superfluo. Perché? Per essere liberi: il superfluo ti fa schiavo. E anche perché tutti abbiano ciò che serve a vivere in modo dignitoso e a contribuire attivamente alla missione; e poi essere sobri nei pensieri, essere sobri nei sentimenti, abbandonando i preconcetti, abbandonando le rigidità che, come bagagli inutili, appesantiscono e intralciano il cammino, favorendo invece il confronto e l’ascolto, e rendere così più efficace la testimonianza.

Pensiamo ad esempio: cosa succede nelle nostre famiglie o nelle nostre comunità, quando ci si accontenta del necessario, anche con poco, con l’aiuto di Dio, si riesce ad andare avanti e ad andare d’accordo, condividendo quello che c’è, rinunciando tutti a qualcosa e sostenendosi a vicenda (cfr. At 4, 32-35). E questo è già un annuncio missionario, prima e più ancora delle parole, perché incarna la bellezza del messaggio di Gesù nella concretezza della vita. Una famiglia o una comunità che vivono in questo modo, infatti, creano attorno a sé un ambiente ricco d’amore, in cui è più facile aprirsi alla fede e alla novità del Vangelo, e da cui si riparte migliori, si riparte più sereni.

Se al contrario ognuno va per conto suo, se ciò che conta sono solo le cose — che non bastano mai —, se non ci si ascolta, se prevalgono l’individualismo e l’invidia — l’invidia è una cosa mortale, un veleno! — l’aria si fa pesante, la vita difficile, e gli incontri diventano più occasione di inquietudine, di tristezza e di scoraggiamento che occasione di gioia (cfr. Mt 19, 22).

Cari fratelli e sorelle, comunione e sobrietà sono valori importanti per la nostra vita cristiana: comunione, armonia tra noi e sobrietà sono valori importanti, valori indispensabili per una Chiesa che sia missionaria, a tutti i livelli.

Possiamo chiederci, allora: io sento il gusto di annunciare il Vangelo, di portare, là dove vivo, la gioia e la luce che vengono dall’incontro con il Signore? E per farlo, mi impegno a camminare assieme agli altri, condividendo con loro idee e capacità, con mente aperta, con cuore generoso? E infine: so coltivare uno stile di vita sobrio, uno stile di vita attento ai bisogni dei fratelli? Sono domande che ci farà bene fare.

Maria, Regina degli Apostoli, ci aiuti ad essere veri discepoli missionari, nella comunione e nella sobrietà di vita. Nella comunione, nell’armonia tra noi e nella sobrietà di vita.

Dopo l’Angelus il Papa ha salutato i gruppi presenti e quelli polacchi radunati a Częstochowa presso il santuario della Madonna Nera. Infine ha ricordato la Domenica del Mare e ha lanciato l’appello di pace per Ucraina, Palestina, Israele, Myanmar.

Cari fratelli e sorelle!

Saluto voi, romani e pellegrini d’Italia e di tanti Paesi, in particolare saluto i partecipanti al Congresso Internazionale dei laici dell’Ordine di Sant’Agostino; saluto le Suore della Sacra Famiglia di Nazareth, che celebrano il Capitolo Generale; saluto i giovani della parrocchia di Luson (Alto Adige), che hanno percorso la via Francigena; il Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, che si richiamano al messaggio del Venerabile Giorgio La Pira; i giovani partecipanti al Corso internazionale per formatori del Regnum Christi.

Invio il mio saluto ai fedeli polacchi radunati al Santuario della Madonna Nera di Częstochowa, in occasione del pellegrinaggio annuale della famiglia di Radio Maria.

Nella Domenica del Mare preghiamo per coloro che lavorano nel settore marittimo e per chi si prende cura di loro.

La Madre di Dio, che dopodomani celebreremo come Beata Vergine del Monte Carmelo, doni conforto e ottenga la pace a tutte le popolazioni che sono oppresse dall’orrore della guerra. Per favore, non dimentichiamo la martoriata Ucraina, la Palestina, Israele, Myanmar.

Saluto i ragazzi dell’Immacolata.

Auguro a tutti buona domenica. E per favore non dimenticatevi di pregare per me. Buon pranzo e arrivederci!