· Città del Vaticano ·

La prefazione del Papa a un volume sul tema sviluppato durante le recenti sessioni del C9

Quel dialogo aperto
su donne e ministeri
nella Chiesa sinodale

 Quel dialogo aperto su donne  e ministeri nella Chiesa sinodale  QUO-156
11 luglio 2024

«Donne e ministeri nella Chiesa sinodale» è il libro a cinque firme che si propone, secondo quanto attesta il sottotitolo, come «un dialogo aperto» tra gli stessi autori, che sono tre teologhe e due cardinali: suor Linda Pocher, delle Figlie di Maria Ausiliatrice, docente di Cristologia e Mariologia alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione Auxilium di Roma, che firma anche l’introduzione; Jo B. Wells, vescovo della Chiesa d’Inghilterra e sottosegretaria generale della Comunione anglicana; e Giuliva Di Berardino, consacrata dell’Ordo Virginum della diocesi di Verona, liturgista, insegnante e responsabile di corsi di spiritualità ed esercizi spirituali; e i porporati Jean-Claude Hollerich, gesuita, arcivescovo di Luxembourg e relatore generale della xvi Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, e Seán Patrick O’Malley, cappuccino, arcivescovo di Boston e presidente della Pontificia Commissione per la tutela dei minori. I testi raccolti nascono dall’incontro del 5 febbraio scorso tra Papa Francesco, il Consiglio di cardinali ( c 9) e le tre teologhe. Edito dalle Paoline (Milano 2024, pagine 104, 12 euro) il libro segue il precedente «Smaschilizzare la Chiesa» e si apre con la prefazione — che pubblichiamo di seguito — firmata dal Pontefice.

La realtà è più importante dell’idea: questo è uno dei principi che hanno guidato, lungo gli anni, la mia riflessione e il mio discernimento e che ho voluto consegnare alla riflessione e al discernimento delle comunità ecclesiali all’inizio del mio pontificato (Evangelii gaudium 231-232). È una soddisfazione, per me, constatare come il programma proposto da suor Linda Pocher per la formazione del Consiglio di cardinali sul tema delle donne nella Chiesa sia guidato da questo stesso principio, anche a proposito di un tema tanto importante quanto delicato come quello dei ministeri nella comunità ecclesiale.

Il pensiero cristiano, nella sua dimensione teologica, giuridica, magisteriale e culturale, nel suo legittimo sforzo di trascendere la contingenza del presente non può mai estraniarsi completamente dal contesto nel quale viene formulato. Lungo l’epoca moderna, particolarmente segnata dal fascino per le idee “chiare e distinte”, anche la Chiesa è caduta, a volte, nella trappola di considerare la fedeltà alle idee più importante dell’attenzione alla realtà. La realtà, però, è sempre più grande dell’idea, e quando la nostra teologia cade nella trappola delle idee chiare e distinte si trasforma inevitabilmente in un letto di Procuste, che sacrifica la realtà, o parte di essa, sull’altare dell’idea.

Una certa sofferenza delle comunità ecclesiali a proposito del modo in cui è compreso e vissuto il ministero non è una realtà nuova. Il dramma degli abusi ci ha costretto ad aprire gli occhi sulla piaga del clericalismo, che non riguarda soltanto i ministri ordinati, ma un modo distorto di esercitare il potere all’interno della Chiesa nel quale tutti possono cadere: anche i laici, anche le donne.

Ascoltare le sofferenze e le gioie delle donne è certamente un modo per aprirci alla realtà. Ascoltandole senza giudizio e senza pregiudizi, ci accorgiamo che in molti luoghi e in molte situazioni soffrono proprio a causa del mancato riconoscimento di ciò che sono e che fanno e anche di ciò che potrebbero fare ed essere se soltanto ne avessero lo spazio e l’opportunità. Le donne che soffrono di più sono spesso quelle più vicine, quelle più disponibili, preparate e pronte a servire Dio e il suo Regno.

Questo piccolo volume, che raccoglie le provocazioni che tre donne hanno offerto al Consiglio di cardinali a proposito del ministero e dei ministeri nella Chiesa, ha il pregio di non partire dall’idea, ma dall’ascolto della realtà, dall’interpretazione sapienziale dell’esperienza delle donne nella Chiesa. E il processo sinodale, in quanto processo di discernimento, parte dalla realtà e dall’esperienza, in dialogo aperto e in fedeltà creativa con la grande tradizione che ci ha preceduto e ci accompagna.

Voglio affidare il discernimento in atto sul tema del ministero e dei ministeri nella Chiesa sinodale all’intercessione dei santi e delle sante che hanno visto, ascoltato, toccato con mano il modo di servire di Gesù e hanno formato con lui il corpo ecclesiale nella sua originaria configurazione: Maria, Pietro, Giovanni, Maddalena, per nominarne soltanto alcuni, insieme ai loro compagni e compagne di cui conosciamo le storie e i nomi e a tanti altri anonimi discepoli e discepole, missionari e missionarie del Vangelo, perché ci aiutino a essere interpreti fedeli e creativi delle intenzioni del Signore.

Città del Vaticano, 25 marzo 2024