Rileggendo
11 luglio 2024
Al termine di una lotta impari e inclemente, della bontà non rimangono che frammenti. Eppure sono questi frammenti a resistere all’urto delle forze ostili e illuminare il cosmo, altrimenti destinato a precipitare nel vuoto e a brancolare nel buio. Ne L’idiota (1869) Fedor Dostoevskij intende rappresentare, come egli stesso ebbe a dichiarare, «un uomo positivamente buono, un Cristo del xix secolo» ispirato al quadro del pittore Hans Holbein il Giovane Corpo di Cristo morto nella tomba, che viene esplicitamente citato nel romanzo. Al protagonista, il principe Myskin, ultimo erede di una grande famiglia decaduta, lo scrittore affida il suo sentire riguardo a quei «fattori cruciali» che sono alla base del vivere civile.
L’idiota — definito dallo slavista e critico letterario Vittorio Strada un romanzo ...
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