Un significativo passo avanti nello sforzo collettivo per «far progredire un sistema di proprietà intellettuale dinamico e lungimirante». L’arcivescovo Ettore Balestrero, osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali a Ginevra, ha definito così l’adozione, a fine maggio, del Trattato dell’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale (Wipo) su proprietà intellettuale, risorse genetiche e conoscenze tradizionali associate. Se ne è parlato ieri, in un incontro di alto livello della medesima agenzia dell’Onu. Ben accolto, ha evidenziato il nunzio apostolico, il fatto che il documento affronti «la partecipazione dei popoli indigeni e delle comunità locali» in modo sensibile agli specifici contesti in cui vivono. Ribadito, inoltre, come la dignità umana debba rimanere «la base essenziale» su cui costruire l’accordo: a tal proposito, la Santa Sede ha notato con apprezzamento l’esclusione delle risorse genetiche umane dal campo di applicazione del Trattato.
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10 luglio 2024
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