Ancora bombe
Tel Aviv , 9. Mentre al Cairo riprendono i colloqui tra Israele, Egitto e Usa per cercare di tenere accesa la flebile speranza di una tregua a Gaza e del rilascio degli ostaggi, nell’enclave palestinese proseguono le operazioni militari. Secondo l’agenzia palestinese Wafa, sette persone sarebbero morte in un raid su una casa nel campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia, sei vicino ad al-Ghafri Junction, nel nord di Gaza City, e altre tre a Lababidi, anch’essa nella zona settentrionale della città.
Inoltre, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato nella notte di aver colpito «una scuola» sempre a Nuseirat, utilizzata da «terroristi» di Hamas e della Jihad islamica per lanciare attacchi. La notizia è stata confermata all’Afp da una fonte medica dell’ospedale Al-Awda, riferendo che la struttura ha ricoverato diversi feriti a seguito di un raid su una scuola gestita dall’agenzia Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa).
Secondo quanto dichiarato dall’Idf, l’operazione rientra in una strategia «antiterrorismo» dell’esercito, che nelle ultime ore sta avanzando anche nelle zone meridionali e occidentali di Gaza City, con lo sfollamento di migliaia di residenti. Ciò ha portato anche alla chiusura dell’Al-Ahli Anglican Hospital, come denunciato dalla Chiesa episcopale di Gerusalemme e del Medio Oriente.
Gli attacchi potrebbero avere «ripercussioni disastrose» sui colloqui in corso. A scriverlo è «The Times of Israel», riportando fonti di Hamas che attaccano direttamente il premier israeliano: Benjamin Netanyahu, sostiene il gruppo islamista, «continua a porre ulteriori ostacoli ai negoziati».
«Stiamo lavorando molto duramente ma ci sono ancora distanze tra Israele e Hamas», ha confermato da Washington John Kirby, portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca. E all’interno del governo israeliano il ministro delle Finanze e leader della destra religiosa, Bezalel Smotrich, ha avvertito che non prenderà parte ad alcun accordo con Hamas, definendo «un’umiliazione» qualunque intesa.
La tensione si estende anche alla Siria e coinvolge direttamente i rapporti con l’Iran. Secondo diverse fonti, tra cui l’agenzia statale Sana, l’esercito israeliano avrebbe bombardato nella notte le città portuali siriane di Latakia e Baniyas colpendo obiettivi legati a Teheran.