08 luglio 2024
In teoria non ci dovrebbero essere dubbi su una valutazione formulata da Giorgio Pasquali, insegne filologo e grecista. «D’Annunzio ebbe memoria prodigiosa e, a differenza di Carducci, poteva vantare un orecchio ottimo ed educato raffinatamente». Di conseguenza non c’è da meravigliarsi se il vate seppe orientarsi presto e con facilità nel greco, così come «gli riuscì di sapere il francese moderno come la propria lingua, di scrivere il francese antico con errori, ma con errori di cui si accorge il filologo, non il francese di media cultura». Inoltre, rileva Pasquali, D’Annunzio era in grado di leggere correntemente l’inglese, anche quello «volutamente sassone e artificiato» di poeti moderni. Spesso esaltatore di sé, il poeta è stato una volta tanto nella sua vita ...
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