· Città del Vaticano ·

A Trieste la Settimana sociale dei cattolici in Italia

Riscoprire il valore
della solidarietà

 Riscoprire il valore della solidarietà  QUO-151
05 luglio 2024

«Senza partecipazione non c’è vera solidarietà, che è un compito di tutti, in quanto la salvezza di mio fratello mi riguarda: il bene comune è prendersi cura, non per “doverismo”, ma perché è ciò che dà gusto, calore e significato alle nostre vite rendendole piene, vere e felici». L’arcivescovo Giuseppe Baturi, segretario generale della Conferenza episcopale italiana, fissa uno degli obbiettivi principali della 50a Settimana sociale dei cattolici in Italia che, sul tema «Al cuore della democrazia», ha superato la metà del suo svolgimento a Trieste.

Intanto in città con sempre più trepidazione è atteso l’arrivo di Papa Francesco, domenica, per la messa conclusiva prevista in piazza Unità d’Italia alle 10.30.

«Sia il cardinale Zuppi che il presidente Mattarella — aggiunge l’arcivescovo di Cagliari — hanno sottolineato il grande valore dell’impegno sociale dei cattolici, caratterizzato dalla volontà di costruire, dialogare, proporre, non per lamentarsi di ciò che manca ma per trovare strade buone per affermare la dignità, la libertà dell’uomo e la solidarietà». Al Generali Convention Center prosegue l’assemblea plenaria dei 900 delegati da tutta Italia, che anche oggi hanno aperto i lavori con una riflessione biblica offerta da Isabella Guanzini, ordinario di Teologia fondamentale all’Università di Graz.

Quindi le relazioni di Mara Gorli, dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano, e di Filippo Pizzolato, dell’Università degli studi di Padova, si sono concentrate rispettivamente su: «La democrazia del noi: per una nuova grammatica della collaborazione» e «Partecipazione, cittadinanza, istruzioni: per una democrazia trasformativa». Intanto sono entrati nel vivo i “Laboratori della partecipazione”, che si tengono nell’hangar dello stesso complesso congressuale al porto e che funzionano così: 40 gruppi da 24 persone, ognuno con un moderatore, che spesso è un giovane; si ascoltano i delegati, si scrivono le proprie considerazioni, le si condivide leggendole in silenzio, si vota quella ritenuta migliore (non la propria), si fa sintesi per uscire dal confronto con un risultato concreto.

Il tutto inquadrato in un percorso destinato a continuare anche dopo Trieste, così che il metodo possa diventare uno stile d’impegno, che anima i cristiani. «Nella prima giornata è stato fatto il punto della situazione sulle sfide della vita democratica; nella seconda cerchiamo di darci una bussola con una serie di raccomandazioni sociali e politiche per rafforzare le reti dell’associazionismo responsabile e il rapporto con le Istituzioni; nella terza proveremo a definire la rotta con delle proposte operative. Il bello è che non ci sono conclusioni preconfezionate, si parte dal basso, dall’ascolto, da una reale partecipazione», spiega Giovanni Grandi, docente di Filosofia all’Università proprio di Trieste e tra i componenti del Comitato scientifico e organizzatore della Settimana sociale.

«Siamo a un passaggio fondamentale del cammino sinodale della Chiesa — aggiunge Grandi —. Nell’assemblea generale e nei Laboratori di partecipazione si avverte il soffio dello Spirito santo: c’è voglia di lavorare per l’unità, perché come ha ricordato Mattarella partecipare non è parteggiare: dobbiamo fare nostro il richiamo a lavorare tutti assieme affinché il bene comune sia nell’interesse dell’intero corpo elettorale». Da Trieste si sta levando forte la voglia dei cristiani di esserci, di farsi coinvolgere, di superare le tante difficoltà che si traducono poi, ad esempio, nella disaffezione e nell’astensionismo, di andare oltre la crisi dei corpi intermedi, in cui rientrano anche i partiti. «Sta emergendo forte la domanda di politica, nel senso di corresponsabilità al bene comune: di poter contare nel poter determinare le politiche del sistema Paese — riflette Grandi —. Tante persone non si riconoscono nelle attuali strutture partitiche, qualsiasi siano, dentro un bipolarismo che è frutto più dei meccanismi generati dalla legge elettorale che da vicinanza di ideali e valori. Nello stesso tempo si avverte molto il desiderio di riscoprire la solidarietà, tra i cardini della dottrina sociale della Chiesa, la quale presuppone il riconoscimento della dignità personale di ognuno. È il senso dell’enciclica Fratelli tutti che fa da faro a queste giornate: se tutti siamo figli dello stesso Padre, tutti siamo fratelli in un’unica famiglia al di là delle differenze. È questa la coesione sociale, in cui stare assieme è un valore a prescindere».

Nel frattempo, in centro città, attorno a piazza Unità d’Italia, sono cominciate le “Piazze della democrazia” dove ieri si è parlato di scuola che educa alla partecipazione; di sport che è palestra di inclusione; di conversione ecologica ed energie per cambiare rotta; di salute per curare i diritti di tutti; di famiglie, legami, relazioni e comunità.

Alla sera, dal palco su cui Papa Francesco presiederà l’Eucaristia, è andato in scena lo spettacolo di musica e parole con l’esibizione di diversi artisti italiani.

Molte sono le iniziative in programma anche oggi. Stasera, alle ore 19.30, nella chiesa di Sant’Antonio vecchio, in piazzetta Santa Lucia, il cardinale Zuppi guida una veglia di preghiera per la pace con la comunità di Sant’Egidio. In serata, in piazza Verdi, si tiene un evento diviso in due momenti legati dal tema della testimonianza per gli ultimi: la prima parte è una lettura teatrale che racconta la storia di un costruttore di pace, Raoul Follereau, e affronta i temi della vicinanza alle persone fragili delle periferie esistenziali, con la firma di Paolo Logli; a seguire Lorenza Bianchetti intervisterà Paul Bhatti, medico che da una decina di anni vive a Treviso ed è fratello di Shahbaz, politico cristiano e ministro per le minoranze del Pakistan assassinato il 2 marzo 2011 a Islamabad.

da Trieste
Alvise Sperandio