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Da Trieste la Settimana sociale dei cattolici italiani traccia la via per costruire il bene comune

Democrazia e partecipazione

 Democrazia e partecipazione  QUO-149
03 luglio 2024

È da Trieste, città di confine, che i cattolici italiani provano a tracciare la via per costruire il bene comune: nel Paese, anzitutto, ma anche in Europa. Con questo obiettivo si apre oggi nel capoluogo giuliano la 50a Settimana sociale che ha per tema: “Al cuore della democrazia. Partecipazione tra storia e futuro”. Alla cerimonia inaugurale interviene nel pomeriggio il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, al Generali Convention Center, dove l’appuntamento è stato spostato al chiuso per le previsioni meteo non favorevoli. Domenica, nella piazza Unità d’Italia affacciata sul molo Audace e il mare che bagna il capoluogo giuliano, sarà l’attesissimo Papa Francesco a celebrare la messa conclusiva di quattro giornate intensissime, ricche di incontri, dibattiti, eventi. Vi prendono parte 900 delegati rappresentativi di diocesi, territori, movimenti ecclesiali, famiglie religiose, aggregazioni laicali, e sono aperti inoltre a chiunque voglia partecipare. Ad attendere il successore di Pietro ci saranno 10 mila persone: oltre ai delegati, a occupare i posti a sedere in piazza — fervono in queste ore i preparativi — saranno i fedeli della diocesi ospitante che in questi giorni hanno ritirato l’invito per il tramite delle parrocchie di appartenenza. Altre migliaia di posti in piedi sono previsti lungo le rive mentre più lateralmente saranno attivi dei maxischermi.

Il faro di queste giornate, o per meglio dire «l’abecedario del nostro agire», come si legge nel documento preparatorio della Settima sociale dei cattolici italiani, è l’enciclica bergogliana Fratelli tutti: Trieste si colloca nel pieno del cammino sinodale della Chiesa e riprendendo lo spirito originario del beato Giuseppe Toniolo, che per primo ideò la Settimana sociale dei cattolici nel 1907, a Pistoia. Una mobilitazione dei cristiani, desiderosi di contribuire alla costruzione del bene comune, che poi ebbe altri passaggi fondamentali, per esempio, nell’appello “Ai liberi e ai forti” di don Luigi Sturzo all’indomani della prima guerra mondiale; nel “Codice di Camaldoli” nell’estate del 1943 mentre nel Paese imperversava il secondo conflitto; nel lavoro dei padri costituenti, dopo la vittoria della Repubblica al referendum, che 75 anni fa portò alla nascita della Costituzione. «La Fratelli tutti ci aiuti a costruire insieme la migliore politica», ha detto l’arcivescovo Luigi Renna, presidente del Comitato organizzatore, nella conferenza stampa di presentazione tenutasi ieri pomeriggio, martedì 2 luglio, alla vigilia dell’apertura, nella sede della Regione autonoma del Friuli Venezia Giulia. Mentre il vescovo di Trieste, Enrico Trevisi, da parte sua si è augurato che «da queste giornate venga il contributo alla vita sociale secondo i valori di Cristo», di fatto rilanciando l’appello del segretario di Stato, il cardinale Pietro Parolin, che al Premio Ambasciatori presso la Santa Sede nelle stesse ore esprimeva buoni auspici per l’appuntamento triestino: «La democrazia è in crisi, anche i cattolici hanno il compito di riempirla di valori». Oltre ai lavori congressuali, con le relazioni tematiche rivolte ai delegati, la Settimana sociale è stata pensata come un grande evento pubblico in città, aperto a tutti con incontri di preghiera, i villaggi delle buone pratiche, i laboratori della partecipazione, le piazze della democrazia, diversi eventi culturali, musicali, teatrali e artistici, momenti conviviali. «È all’esperienza delle comunità delle origini che guardano i percorsi sinodali avviati in questi anni nella Chiesa: ascolto diffuso delle persone, discernimento di quanto accade, partecipazione alle buone decisioni sociali» si legge nel documento preparatorio, dov’è spiegato che «la Settimana sociale vuole essere un crocevia di persone e progetti diversi, un luogo per condividere il presente e immaginare insieme il futuro, ricercando sempre nuove vie per costruire il bene comune». E se «la democrazia è la forma di un desiderio profondamente umano, quello di vivere assieme volentieri, la partecipazione è il motore che tiene in movimento le società, energia civile che rende vive le comunità locali, protagoniste del loro futuro, capaci di progettare politiche, azioni e risposte collettive».

L’ultima edizione si era svolta a Taranto, luogo simbolo della necessaria ricerca del giusto equilibrio tra lavoro e rispetto dell’ambiente, tra salvaguardia dell’occupazione e tutela del creato e dove, non a caso, l’ispirazione di ogni riflessione era stata l’altra enciclica di Papa Francesco: la Laudato si’. A Trieste si arriva dopo le recenti elezioni europee che hanno evidenziato una disaffezione crescente confermata dai numeri — metà degli elettori sono rimasti a casa — e persino peggiorata laddove si sono tenute anche le amministrative. E allora i cristiani giunti nel capoluogo giuliano da tutta Italia, desiderano «cercare una nuova cittadinanza fondata sul contributo di tutti, ma per cambiare le cose serve anzitutto il coraggio di una visione profetica che, alla luce della Parola di Dio, attraverso il discernimento ecclesiale, sappia tracciare il cammino. La Settimana sociale mira a essere un momento di generazione di nuovi stili, nuove pratiche e nuove modalità per tessere reti di collaborazione nella cura della democrazia e del bene comune».

A tracciare la rotta, ancora una volta, sarà Papa Francesco che saprà fare sintesi di quattro giorni ricchi di spunti e dire la sua parola su temi fondamentali per il presente e il futuro delle comunità civili ed ecclesiali italiane.

da Trieste
Alvise Sperandio