· Città del Vaticano ·

Il messaggio del patriarca Bartolomeo a Papa Francesco per la solennità dei santi Pietro e Paolo

In attesa di commemorare insieme i 1700 anni del Primo Concilio Ecumenico di Nicea

 In attesa di commemorare insieme i 1700 anni del Primo Concilio Ecumenico  di Nicea  QUO-147
01 luglio 2024

Pubblichiamo in una traduzione dall’inglese il messaggio inviato a Papa Francesco da Sua Santità Bartolomeo, Patriarca ecumenico, il 29 giugno, in occasione della solennità dei Santi Apostoli Pietro e Paolo.

Santità, amato fratello
in Cristo,

In mezzo alle turbolenze e ai travagli del nostro tempo, Dio ci ha concesso ancora una volta l’opportunità di presentare i nostri fraterni auguri a Vostra Santità in questa luminosa Festa dei Sommi Apostoli Pietro e Paolo, la Festa Patronale della Chiesa di Roma, attraverso la nostra Delegazione patriarcale composta da Sua Eminenza il Metropolita Emmanuel di Calcedonia, Sua Eminenza il Metropolita Nathanael di Chicago e il Rev.mo Diacono Œcumenius Amanatidis, Sotto Segretario del Santo e Sacro Sinodo e Segretario della Venerabile Rappresentanza di quest’anno.

Ogni anno, in questo giorno, sentiamo il rafforzarsi del legame benedetto di carità tra di noi, che ci sprona e ci ispira nel cammino verso la pienezza dell’unità.

Nei nostri inni per questa grande festa, esclamiamo che “sebbene separati nel corpo”, Pietro e Paolo “erano uniti nello Spirito” (Vespri della Festa, Stichera). La loro unità di mente e di cuore per grazia dello Spirito Santo è il grande esempio e modello di unità per tutti noi. È in definitiva la loro perfetta unità in Cristo che ha fatto di questi due scelti da Dio “il glorioso ornamento di Roma e la delizia del mondo intero” (ibid.).

La nostra ricerca dell’unità è ispirata dalla loro, e il nostro obiettivo deve essere quello di condividere pienamente “l’unità dello Spirito nel vincolo della pace” (Efesini 4, 3) attraverso il ristabilimento della comunione eucaristica.

Abbiamo gioito degli sforzi di Vostra Santità per rafforzare e approfondire la comprensione teologica e pratica della sinodalità nella vita della Chiesa. Preghiamo con fervore affinché il secondo e conclusivo Sinodo sulla sinodalità, che si terrà a Roma nel corso dell’anno, dia frutti abbondanti e contribuisca ad avvicinarci sempre di più gli uni agli altri. La sinodalità è un percorso difficile, e ci sono molti che la rifiuterebbero semplicemente per questo motivo. Eppure è, come ha detto Vostra Santità, “un elemento costitutivo della Chiesa” e, come ha dichiarato il Santo e Grande Concilio della Chiesa Ortodossa tenutosi a Creta nel 2016, per gli ortodossi “la Chiesa in sé è un Concilio (Synodos), istituito da Cristo e guidato dallo Spirito Santo” (Enciclica i .3). Ci uniamo a Vostra Santità nel desiderio di “una Chiesa tutta sinodale” (Discorso per il 50° anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi).

Sappiamo che il raggiungimento dell’unità dei cristiani è sia un dono ineffabile della grazia sia un compito continuo. Siamo rincuorati dal continuo lavoro della Commissione Internazionale Congiunta per il Dialogo Teologico tra le nostre Chiese, il cui documento su “Sinodalità e Primato nel secondo millennio”, pubblicato ad Alessandria nel 2023, è ancora accolto e studiato dai fedeli con grande interesse. La recente riunione del Comitato di coordinamento del Dialogo, gentilmente ospitata dall’Arcidiocesi di Bari, ha avviato con successo il processo di redazione di due documenti che trattano le questioni storiche e teologiche relative rispettivamente al Filioque e all’Infallibilità. Questo segna un passo cruciale nel Dialogo, dove possiamo avvicinarci liberamente e apertamente a questioni che ci hanno a lungo diviso, solo ora senza ricorrere a polemiche infondate e distruttive, ma cercando in comune, con umiltà e amore, la via della guarigione e della verità. Anche in questo caso guardiamo ai Sommi Apostoli, quelle “fondamenta incrollabili dei dogmi divini” (Mattutino della Festa, Lodi), per ispirazione e guida, chiedendo il loro costante aiuto affinché “tutti giungiamo all’unità della fede... alla misura della statura della pienezza di Cristo” (Efesini 4, 13).

Ringraziando per l’enfasi lungimirante di Vostra Santità sulla sinodalità, ringraziamo anche per la Sua testimonianza come strumento di dialogo, pace e riconciliazione in tutto il mondo. Soprattutto in questo periodo di guerra e di dolore, in particolare in Ucraina e in Medio Oriente, Vostra Santità ha brillato come instancabile sostenitore della cessazione dei conflitti. Ci uniamo a Lei in questi sforzi e preghiamo con Lei il nostro Signore Onnipotente affinché “guidi i nostri piedi sulla via della pace” (Luca 1:79). La ferocia e la disumanità del nostro mondo sono troppo grandi per essere sopportate da soli. Troviamo la nostra soluzione, la nostra redenzione, come ci dice San Pietro, “nel sangue prezioso di Cristo, come di un agnello senza difetti e senza macchia” (1 Pietro 1:19). I nostri inni si rivolgono a Paolo ad un certo punto con queste parole: “Roma ha ricevuto il tuo sangue e con esso si vanta” (Mattutino della Festa, Hypakoe). Ci vantiamo con Roma del sangue dei martiri, e soprattutto di questi due grandi martiri e apostoli, sapendo che la loro morte per Cristo testimonia e prefigura la fine di ogni morte e di ogni spargimento di sangue attraverso la sua meravigliosa e stupefacente economia di salvezza. Parte di questo vanto, tuttavia, è l’ardente predicazione della pace qui e ora in tutto il mondo, di cui Vostra Santità è un esempio così prezioso e stimolante.

Santità, carissimo Fratello Francesco, pur essendo assenti da Lei “nella presenza, non nel cuore” (1 Tessalonicesi 2:17), celebriamo insieme a Lei in questo giorno la Festa Patronale della Chiesa di Roma. Cogliamo l’occasione per riaffermare il nostro impegno a realizzare, con la grazia dello Spirito Santo, il ristabilimento della comunione tra noi. Preghiamo Nostro Signore di concederLe salute e forza perfette, ispirando ogni Suo passo nell’esercizio del Suo ministero, e attendiamo con impazienza e gioia spirituale la nostra commemorazione congiunta, nel 2025, del 1700° anniversario del Primo Concilio Ecumenico tenutosi a Nicea. Trasmettendo a Vostra Santità, ai venerabili Gerarchi e ai fedeli amanti di Cristo della Vostra Chiesa, i nostri più calorosi saluti, Vi abbracciamo fraternamente e rimaniamo con molto onore e amore nel nostro Signore Gesù Cristo, “la pietra angolare principale” della casa di Dio (cfr. Efesini 2:19-20).

Dal Patriarcato Ecumenico 29 giugno 2024

Fratello amato della Vostra Santità

Bartolomeo
Arcivescovo di Costantinopoli-Nuova Roma
e Patriarca ecumenico